Gazzetta di Reggio

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Religione a scuole, al Carrara tre studenti su quattro dicono no

Luciano Salsi
Religione a scuole, al Carrara tre studenti su quattro dicono no

Alla scuola d’infanzia di Rubiera un’astensione record dell’84,13%

15 gennaio 2024
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Reggio Emilia Sono molte le scuole statali reggiane che si discostano dalla media provinciale (27,45%) degli alunni che non seguono le lezioni di religione.



Si va dai vertici raggiunti dalla scuola dell’infanzia di via dei Martiri della Resistenza di Rubiera (84,13%), dall’istituto professionale Carrara di Novellara (78,01%) e dal professionale alberghiero Corso di Correggio (77,94), fino allo zero registrato nelle scuole in cui tutti si avvalgono di tale insegnamento: le scuole primarie di Gavassa, frazione di Reggio, Borzano d’Albinea, Ligonchio capoluogo e Case Bagatti di Villa Minozzo, nonché le scuole dell’infanzia di Case Bagatti e Busana capoluogo.

Sono quasi allo stesso livello la primaria San Giovanni Bosco di Reggio (0,30%) e la media Fermi di Gattatico (0,61%).

Fino al 1984, l’anno in cui furono sottoscritte le modifiche al Concordato fra lo Stato e la Chiesa cattolica, erano pochissimi gli alunni esonerati dall’insegnamento della religione.

Si trattava perlopiù di figli di atei militanti, neppure battezzati, o di appartenenti a sparute minoranze religiose, come gli ebrei rimasti in Italia o i valdesi.

Oggi la situazione è molto diversa, non tanto per l’aumento di quelli che non s'avvalgono dell’insegnamento religioso, quanto per la composizione di tale accresciuta minoranza.

Nella nostra provincia, infatti, gli israeliti sono scomparsi, mentre l’immigrazione straniera ha moltiplicato gli alunni di religione islamica, induista, sikh e cristiana ortodossa o di cultura confuciana.

Nella componente italiana s’avverte sempre più non tanto l’ostilità, quanto l’indifferenza alla religione.

Le differenza fra una scuola e l’altra sono più marcate nella fascia dell’obbligo.

Le percentuali dei non avvalentisi sono più alte dove gli immigrati sono numerosi, nonché in città e in pianura, dove si fanno maggiormente sentire le tradizioni laica e di sinistra del nostro territorio.

In montagna, invece, rimangono molte zone in cui quasi tutti frequentano l’ora di religione.

Alle superiori si nota una maggiore uniformità su una quota in genere molto più elevata di studenti che scelgono di sottrarsi a tale insegnamento. Anche negli indirizzi liceali, che sono più interessati, non si scende al di sotto dell’11 o 15% del Cattaneo di Castelnovo Monti, del 16,61% del Russell di Guastalla, del 19,02% del Russell di Guastalla, del 24,15% dell’Ariosto-Spallanzani e del 26,82% del Moro.

Spiccano, poi, il 63,36% dell’istituto Einaudi di Correggio, il 51,79% del Secchi, il 54,13% del professionale D’Arzo di Montecchio, il 44,93% del professionale Nobili, il 44,21% del Filippo Re, il 47,06% del D’Arzo di Sant’Ilario d’Enza, il 42,54% del Galvani-Iodi e il 39,52% dello Scaruffi-Levi-Tricolore. l



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