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Caccia al Fleximan della Cispadana, rischia fino a tre anni di carcere

Miriam Figliuolo
Caccia al Fleximan della Cispadana, rischia fino a tre anni di carcere

Non si escludono collegamenti tra l’episodio avvenuto a Boretto e quello a Martignana

16 gennaio 2024
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Boretto Potrebbe esserci la stessa mano dietro gli abbattimenti degli ultimi due autovelox, uno nel Reggiano lungo la Cispadana e l’altro nel Cremonese, sulla statale Asolana a Martignana Po.

Non lo escludono le indagini della polizia locale dell’Unione Bassa reggiana da quando, sabato scorso, è stato scoperto il velocimetro tagliato e reso inutilizzabile sulla sp 62R, in direzione di Boretto.

Che si tratti di una stessa persona o di emuli delle “gesta” di Fleximan, come è stato ribattezzato il fenomeno, ugualmente rischia di dovere pagare a caro prezzo il suo gesto, dovendo rispondere dal danneggiamento all’interruzione di pubblico servizio.

Ma qui siamo ancora nel campo delle ipotesi, dal momento che sull’inquadramento del reato per questo genere di atto vandalico si sta ancora discutendo.

«Si tratta comunque di una violazione penale. Il responsabile sarà denunciato – spiega il comandante della polizia locale dell’Unione, Francesco Crudo –. Poi ci saranno senz’altro l’ammenda e il pagamento dei danni».

A venire chiamati in causa sono l’articolo 635 del codice penale, che prevede da 6 mesi a tre anni di carcere, e l’articolo 15 del codice della strada.

Ieri è stato chiarito che i due episodi, quello a Boretto e quello nel Cremonese, sono avvenuti la stessa notte, tra venerdì e sabato. «Tra le due zone c’è una viabilità di collegamento e non sono certo lontane tra loro», precisa il comandante della polizia locale. Si tratta, sì e no, di 30 minuti d’auto. Dieci ce ne sono tra Boretto e strada San Bernardino, a Novellara, dove domenica sera è stato, invece, dato alle fiamme un gabbiotto dissuasore della velocità, privo di telecamera interna. Episodio di cui si stanno occupando ora i carabinieri (vedi articolo sotto). Ma se tra questi ultimi due blitz non ci sono al momento elementi di collegamento – anche le modalità sono diverse –, per quanto riguarda i due autovelox di Boretto e Martignana Po, tempistiche e modalità sembrano potere aprire una pista analoga.

«Lavoriamo in contatto anche con i colleghi del Cremonese – spiega il comandante Crudo –. Si tratta di indagini e accertamenti che richiedono tempo e pazienza. Abbiamo diversi dispositivi sul territorio, come le telecamere ai varchi, e cerchiamo di sfruttarli tutti per trovare un filo conduttore che possa aprirci la strada a ulteriori verifiche e farci trovare altri elementi. A partire dall’ora in cui è stato compiuto il reato, che ancora non è certa. Il velox è entrato in funzione l’ultima volta, quando ha rilevato un’effrazione, nella notte tra venerdì e sabato. Poi sabato mattina abbiamo scoperto l’abbattimento, su segnalazione di un automobilista che ha visto il palo tagliato (probabilmente con un flessibile a batteria, ndr) e abbattuto».

Dopo la dura condanna del sindaco di Boretto, Matteo Benassi («Un grande segno di inciviltà. Quella strada è stata scenario di molti incidenti, anche mortali, e da quando il tutor è stato installato non se ne sono più verificati»), a sottolineare la determinazione nel volere trovare il responsabile è la presidente dell’Unione Bassa reggiana e sindaco di Guastalla, Camilla Verona. «Stiamo facendo tutte le verifiche necessarie, e il comandante Crudo se ne sta occupando attivamente – spiega – dopodiché provvederemo, in modo anche condiviso, alle azioni che ci sono proprie. L’intervento politico non tarderà. Sulla Cispadana sono stati diversi gli incidenti, anche mortali, e una soglia ci deve essere. Senza contare che per installare gli autovelox serve l’ok della prefettura e l’iter è molto lungo e richiede azioni formali non trascurabili».

Per quanto riguarda il ripristino dell’impianto «è a carico della ditta che gestisce la manutenzione (gli impianti sono assicurati) – spiega Crudo –. In base alla sua disponibilità, si chiariranno anche i tempi per aggiustarlo».