Gazzetta di Reggio

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Frode fiscale, tre arresti e sequestri per 1,3 milioni di euro

Frode fiscale, tre arresti e sequestri per 1,3 milioni di euro

Reggio Emilia, operazione Money Tools della guardia di finanza: 12 persone indagate nella Bassa reggiana e 41 imprese coinvolte

18 gennaio 2024
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Reggio Emilia Dodici  persone indagate, 41 imprese coinvolte, tre persone agli arresti domiciliari e un sequestro preventivo di 1,3 milioni di euro. Questi i numeri dell’operazione Money Tools gestita dalla Guardia di finanza

Dall’alba di questa mattina, i finanzieri del comando provinciale di Reggio Emilia, nell’ambito delle azioni di contrasto alle frodi fiscali, stanno dando esecuzione a tre misure cautelari degli arresti domiciliari, ad un sequestro preventivo per 1,3 milioni di euro ed ad una decina di perquisizioni nella zona della bassa reggiana, nei confronti di sei soggetti che avrebbero ideato e posto in essere un’articolata frode fiscale, finalizzata all’evasione di imposte dirette e dell’I.V.A. Le indagini, condotte dai militari della Tenenza di Guastalla, muovono da un’attività avviata nel 2021 nei confronti di una ditta individuale avente domicilio fiscale in un comune della bassa reggiana ed attiva nel settore del commercio di utensili industriali, intestata ad un prestanome avente cittadinanza extra UE. Lo sviluppo investigativo ha permesso di appurare come i responsabili, a partire dal 2015, avessero creato una serie di imprese individuali (cinque le ditte finora individuate e già sottoposte ad attività ispettiva di natura tributaria) gestite da “titolari formali” (cosiddette teste di legno) che avrebbero consentito, mediante l’emissione di “fatture per operazioni inesistenti” per un importo imponibile di 11.498.882,02 euro e Iva  pari a 2.454.606,81 euro, ingenti risparmi d’imposta.

Complessivamente, sono state denunciate dodici persone che avrebbero preso parte all’attività fraudolenta e sono state individuate ad oggi 41 imprese che avrebbero beneficiato di indebiti risparmi d’imposta, aventi sede legale prevalentemente nelle province di Bologna, Modena, Mantova e Verona. L’attività d’indagine è stata condotta attraverso l’esame della documentazione contabile acquisita nelle indagini anche mediante perquisizioni effettuate presso le sedi delle

imprese, spesso coincidenti con abitazioni private. 

Il meccanismo di frode consisteva nell’emissione ed utilizzo di fatture che documentavano operazioni fittizie, così da generare costi inesistenti ed abbattere l’imponibile. Pertanto, nonostante le imprese avessero a prima vista una parvenza di legalità e presentassero nella maggior parte dei casi “regolarmente” le dichiarazioni in materia di Iva e imposte dirette, il sistema di frode permetteva alle stesse di omettere il versamento delle imposte dovute. In taluni casi è stato addirittura appurato che alcune fatture ricevute, di importi di poche migliaia di euro, erano state falsificate con l’indicazione di importi maggiorati anche oltre i 100.000,00 euro. Oltre all’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di tre soggetti ritenuti gli ideatori dell’accertata frode, l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni immobili e partecipazioni societarie in misura corrispondente all’imposta sottratta al fisco, pari a circa 1.300.000,00 euro. Questi reati prevedono la pena della reclusione da quattro a otto anni.