Patrick Zaki ritira il Primo Tricolore, poi presenta il suo libro all’Università
Martedì l’attivista ospite del Comune e di Amnesty International
Reggio Emilia Patrick Zaki sarà a Reggio Emilia martedì prossimo.
L’attivista per i diritti umani alle 18.30 interverrà nell’aula magna di Unimore di viale Allegri dove dialogherà con il giornalista Jacopo Della Porta della Gazzetta di Reggio e presenterà il suo libro “Sogni e illusioni di libertà. La mia storia”. L’evento è organizzato da Amnesty International Reggio Emilia (il link per registrarsi)
La visita in città sarà anche l’occasione per la consegna del Primo Tricolore, che il consiglio comunale di Reggio Emilia aveva deciso di consegnargli nel luglio 2020. La vicenda dell’attivista egiziano è stata seguita con grande attenzione nella nostra città, dove furono organizzate anche delle manifestazioni in piazza. Zaki fu arrestato con le accuse di “diffusione di notizie false”, “incitamento alla protesta” e “istigazione alla violenza e ai crimini terroristici”, per una decina di post pubblicati su Facebook e per la sua collaborazione all’associazione “Iniziativa egiziana per i diritti delle persone”. A lanciare la mobilitazione per chiedere la sua immediata liberazione fu, tra gli altri, Amnesty International: un appello al quale avevano risposto numerosi reggiani, trovando l’adesione di sigle come Anpi e Cgil, oltre all’appoggio dell’Università degli Studi di Modena e Reggio. All’università sarà possibile acquistare il libro edito dalla casa editrice “La Nave di Teseo”, nel quale l’autore racconta la sua storia. Cosa è successo davvero quel giorno in cui venne fermato in aeroporto al Cairo e cosa è avvenuto poi, nei giorni successivi? L’opera racconta gli interrogatori, l’isolamento, le torture, il confronto con un mondo – quello delle carceri – in cui tutti sono ridotti a una condizione disumana.
Zaki spiega cosa lo ha tenuto vivo in quella situazione drammatica: gli studi, la passione per il calcio, la musica, l’affetto dei suoi cari, dell’amata Reny, dell’Italia tutta. «La speranza è il motivo per cui esisto e racconto la mia storia – scrive l’attivista - La speranza mi è venuta dal primo momento in cui ho visto una persona che mi amava e che ha deciso di rischiare e di affrontare tutto per me, una famiglia che non sapeva cosa stesse accadendo, ma ha scelto di stare dalla parte del figlio, qualunque fossero le sue scelte. Sarò sempre grato per tutto l’amore e la speranza che mi hanno circondato. Rimarrò fedele a questa malattia della speranza con cui mi avete contagiato, fino a quando le prigioni, piene di persone libere, saranno vuote».
Patrick George Zaki è nato il 16 giugno 1991 a Mansura, in Egitto, in una famiglia copta. Dopo aver studiato Farmacia al Cairo, inizia a lavorare presso l’Eipr (Egyptian Initiative for Personal Rights), una delle più importanti organizzazioni egiziane per la difesa dei diritti umani e civili. Nel 2019 decide di ricominciare a studiare e si trasferisce a Bologna, dove si iscrive alla Laurea Magistrale internazionale in Women’s and Gender Studies. Per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media è stato in carcere per 20 mesi.
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