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Il Pd fra il primario e le primarie: «A breve avremo il candidato»

Roberto Fontanili
Il Pd fra il primario e le primarie: «A breve avremo il candidato»

Cavallaro, responsabile enti locale dei dem: «Proporrò un nuovo percorso con gli alleati»

21 gennaio 2024
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Reggio Emilia I potenziali alleati del Pd da qualche giorno hanno iniziato a indicare il loro candidato sindaco. Chi Marco Massari, come ha fatto Azione, e chi come Verdi e Possibile Lanfranco De Franco. L’unico a non esprimersi è proprio il Pd. Non è che nel centrodestra la situazione sia diversa, dopo i ripensamenti sulla candidatura – che sembrava assodata – di Giovanni Tarquini. Sta di fatto che a Reggio entrambi gli schieramenti sono ancora al palo. Ma per il Pd, dice il responsabile degli enti locali e sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro, «è il momento di cambiare passo. Non possiamo trovarci oggi a discutere del primario e delle primarie, non è questa la scelta. È sbagliato parlare di metodo e non di programmi, di candidati e delle idee per la città. Lunedì (domani, ndr) proporrò al nostro segretario provinciale di avviare un percorso ravvicinato di incontri con i nostri potenziali alleati per arrivare in tempi brevi alla individuazione del candidato».

Perché questa accelerazione dopo mesi di stallo?

«Questa mattina (ieri ndr) ero a impegnato a Rubiera per posare una pietra di inciampo in memoria di Vito Annovi, ma quello che è avvenuto al Teatro Municipale segna la conclusione della esperienza di Vecchi e l’inizio di una nuova fase in cui tutte le forze del centrosinistra e progressiste devono guardare solo al futuro della città. Credo sia indispensabile fare un salto di qualità e di categoria nel pensare. Tutti i protagonisti del dibattito di queste settimane debbono fermarsi a riflettere e confrontarsi. Ognuno con una certa dose di generosità, per trovare insieme la proposta migliore, più convincente, competitiva e competente per la città. È tempo di mettere a terra la campagna elettorale. Oggi scatta la fase due. Un percorso che avrà successo solo se tutti quelli che partecipano sono disponibili a fare un passo indietro su qualcosa e se ogni potenziale candidato vive la sua candidatura non come un obiettivo personale ma come servizio alla collettività».

Qual è il perimetro della coalizione a cui pensa il Pd?

«Uno schieramento ampio che da sinistra arrivi ad Azione, ma stiamo lavorando anche per la presenza del M5s, oggi all’opposizione. Non è una forza politica che può essere derubricata, ma con la quale aprire un ragionamento a livello locale, regionale e nazionale. Il Pd ha tutta l’intenzione di non ripetere errori fatti in passato, in particolare alle ultime Politiche. Quindi non è possibile che in coalizione vi sia chi propone di escludere altri».

Ma nel frattempo vi siete fatti tirare per la giacchetta su primarie e candidato.

«C’è un evidente sovrapposizione tra metodo e risultato e questo è segno di cattiva lucidità. È impossibile determinare chi possa essere il candidato migliore sulla base delle loro biografie. Reggio ha bisogno di un sindaco che sia capace di interpretare i cambiamenti che sta vivendo. Oggi è una città sospesa tra due stazioni, una che va verso Milano e l’Europa e l’altra che è l’emblema dei problemi che dobbiamo affrontare. C’è da ricucire la Reggio che galoppa e quella dei problemi quotidiani».

Oltre agli incontri con la coalizione come vi muoverete?

«Ringrazio gli alleati per le sollecitazioni ma credo che oggi siamo in grado di disporre delle informazioni necessarie per chiuderci in conclave. Ma in maniera trasparente, con gli alleati e gli stessi candidati, e decidere. Poi esistono le primarie e gli organi di partito in cui prendere le decisioni e gli alleati vanno coinvolti. Non escludo alcuna ipotesi per arrivare alla scelta del candidato: primarie Pd, di coalizione o un candidato unitario. Il Pd potenzialmente e formalmente dispone di un numero di candidati maggiore rispetto a quelli che sono più esposti sui media. Non lo dico per complicare le cose, ma perché proprio queste persone possono darci una mano». l