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Caso Portanova, gli avvocati della ragazza: «Cercano di colpevolizzarla»

Caso Portanova, gli avvocati della ragazza: «Cercano di colpevolizzarla»

I legali Meini e Bini: «Surreale la ricostruzione dell’associazione»

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Reggio Emilia «La sedicente associazione “vittime di falsi abusi” ha pubblicato un comunicato stampa incommentabile e diffamatorio, che costituisce una gravissima vittimizzazione secondaria». È la replica degli avvocati Jacopo Meini e di Claudia Bini, legale dell’associazione Donna chiama Donna, entrambi difensori della ragazza che ha accusato Manolo Portanova, lo zio Alessio Langella, l’amico del calciatore, Alessandro Cappiello, e un minorenne di violenza sessuale di gruppo.



Sulla vicenda, la neonata associazione Vittime di Falsi Abusi ritiene che il calciatore sia innocente. E per questo ieri ha diffuso un comunicato corredato di allegati annunciando un esposto alla magistratura senese: «Troppe opacità e incongruenze fra il racconto della ragazza presunta vittima e le prove prodotte: video, chat, messaggi, scambi di file audio, perizie, testimonianze – afferma l’avvocato e giornalista Marina Bortolani, legale incaricata dall’associazione – È corposa la documentazione dalla quale emergerebbe l’innocenza del calciatore Manolo Portanova, e che quanto accadde la notte del 30 maggio 2021 fu sesso consenziente fra cinque persone, non uno stupro di gruppo». E poi: «Bene ha fatto il Coni nei giorni scorsi a non accogliere la proposta della Procura Generale di sospendere il giovane calciatore, rischiando di rovinare la vita privata e professionale di un innocente 23enne italiano». E infine: «La presunzione d’innocenza è un principio sancito in primis dalla Costituzione. Ma Manolo Portanova è già stato condannato. A priori. Da tutti».

Una ricostruzione basata su carte giudiziarie sulla quale è arrivata la replica dei difensori della ragazza, all’epoca dei fatti 21enne: «Al comunicato – aggiungono gli avvocati Meini e Bini – sembra siano allegati stralci degli atti giudiziari relativi alla condanna di Manolo Portanova per violenza sessuale di gruppo, documenti che tale associazione non ha alcun diritto di avere e tantomeno di divulgare».

Per i due avvocati «peraltro vengono riportati fatti parziali e distorti che stravolgono completamente la vicenda e cercano di colpevolizzare la vittima». Secondo Meini e Bini, «chi ha la competenza giuridica per farlo ha analizzato tutte le prove nella loro interezza e affermato la completa responsabilità degli imputati oltre ogni ragionevole dubbio». Il calciatore, in attesa dell’Appello, è stato condannato a sei anni in primo grado in abbreviato, così come lo zio. Cappiello è l’unico ad aver scelto il rito ordinario. Quanto al minorenne coinvolto, «dopo il Tribunale di Siena – spiegano Meini e Bini – anche quello dei minorenni di Firenze ha giudicato l’imputato colpevole, evidenziando che “l’attenta disamina delle dichiarazioni ricostruttive del fatto reato rese dalla persona offesa ne dimostra l’attendibilità intrinseca, desumibile (...) dalla analiticità e ricchezza descrittiva delle sue rievocazioni, ulteriormente accreditata da logicità, coerenza e tenuta nel tempo. Riscontrata è altresì la credibilità soggettiva della persona offesa, nonché la convergenza del dichiarato testimoniale della persona offesa con quello di molte altre fonti testimonial, oltre che con le ulteriori fonti di prova dichiarative/ documentali e medico legali versate in atti. Di contro le dichiarazioni innocentiste dell'imputato e dei computati, oltre a non trovare di fatto adeguati e riscontri esterni (vale a dire nel materiale probatorio in concreto disponibile) su aspetti di primario a rilievo in base alle loro stesse tesi si contraddicono tra loro».

Secondo i due avvocati senesi, «il tribunale per i minorenni descrive le dichiarazioni degli imputati non semplicemente contraddittorie, ma “surreali” e “pantomimiche”, “molto sceneggiate”».

Quanto all’iniziativa messa in atto dalla neonata associazione vittime di falsi abusi, «è altrettanto surreale che la sedicente associazione, chiaramente vicina a Portanova, pretenda di essere la depositaria di una diversa verità ed è gravissimo che esponga la vittima all’odio del web. La nostra assistita si riserva di tutelarsi in tutte le sedi opportune e diffida tale sedicente associazione o chiunque altro dal pubblicare il materiale processuale in violazione della sua privacy». l

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