Gazzetta di Reggio

Reggio

Sinner, tutti pazzi per il fenomeno: tra il 2016 e il 2018 il piccolo Jannik giocò sui campi reggiani

Nicolò Valli
Sinner, tutti pazzi per il fenomeno: tra il 2016 e il 2018 il piccolo Jannik giocò sui campi reggiani

Dopo la vittoria agli Australian Open boom di richieste per iscrivere i bambini a tennis

30 gennaio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Una carota, ortaggio a cui è associato Jannik Sinner anche per il colore dei capelli, regalata a ogni bambino o bambina presente all’allenamento di ieri. Un gesto semplice proprio come semplice è il campione, ragazzo d’oro cresciuto velocemente: una sorta di omaggio a colui che ha riportato, con la vittoria agli Australian Open, uno Slam in Italia a distanza di 48 anni. È la bella iniziativa del CtReggio a Canali, ma tutte le scuole tennis della città stanno beneficiando di questa grande ondata di entusiasmo.



Sino a pochi mesi fa il tennis rimaneva sport di nicchia, mentre oggi tutti parlano di dritto e rovescio alimentati dalle imprese del giovanissimo altoatesino. Uno che, nel suo percorso di crescita, è passato anche dalla città del Tricolore.

Ieri come oggi

Lo sguardo è sempre stato quello che tutta Italia sta celebrando in queste ore. Fisico minuto, gli occhi che guardano lontano e quella chioma rossa ormai inconfondibile.

Era il 2016 e Jannik Sinner, quindicenne di belle speranze, era sulle tribune del circolo tennis Albinea a guardare le partite dei suoi coetanei e prendere mentalmente appunti, per poi provare a sfruttare gli spazi liberi per allenarsi. Ci tornerà, ad Albinea, l’anno seguente, per disputare il torneo Bema Futures mentre nel 2018 sarà a Canali per il “Camparini”. Un’ultima tappa prima di spiccare il volo verso l’Olimpo del tennis, sino all'impresa australiana.

«Erano i primi approcci per prendere punti Atp – afferma Cristian Fava, maestro del circolo tennis Albinea – il primo anno non ha giocato perché non faceva ancora parte del ranking, ma il maestro Andrea Volpini della scuola di Riccardo Piatti lo aveva voluto portare ugualmente per fargli prendere confidenza con quel livello di gioco. Ricordo che non si perdeva una partita, imparava guardando gli altri giocare. Conservo il ricordo di un ragazzo per bene ed educato».

Sono passati poco più di sei anni e Fava non pensava che Sinner potesse riportare in Italia uno Slam in così breve tempo.

La strada, a suo dire, era però tracciata: «Per il percorso di crescita che ha fatto in questi ultimi anni sapevo che avrebbe potuto competere. Ora se la gioca con tutti. La sua vittoria è un’ulteriore spinta ad un movimento che, soprattutto nel maschile, sta facendo benissimo. Non sono arrivate nuove adesioni per ora – conclude Fava – ma nelle facce dei ragazzi si vede qualcosa di diverso».

Boom di richieste

Per Renato Medioli, maestro a Canali da 25 anni, le cose invece sono già cambiate: «Sto ricevendo un sacco di telefonate da parte di genitori interessati ad iscrivere i propri figli – racconta – .Di giocatori qui ne sono passati una marea, ma i più famosi al mondo me li ricordo bene. Sinner era davvero giovane, non ha lasciato il segno da un punto di vista prettamente sportivo. Era comunque un ragazzo molto educato, che si era mosso molto correttamente all’interno del nostro circolo. Perse sul campo 1, ma per certi versi la sconfitta è stata propedeutica: da quel momento ha infatti inanellato una serie di vittorie che lo hanno proiettato a vincere la Next Generations ed essere competitivo agli Slam. È da quando vinse Panatta che eravamo in attesa di una nuova stella e ora l’abbiamo trovata». Una felicità condivisa anche dal direttore Gabriele Dallari: «Ci inorgogliva già la vittoria in Coppa Davis, figuratevi uno Slam».