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La storia

Klerix e Alberto, dai banchi del Chierici allo studio di tatuaggi

Nick Cento*
Klerix e Alberto, dai banchi del Chierici allo studio di tatuaggi

«Non fatelo per soldi, moda o perché attira: questo è un lavoro che ha una storia millenaria e una ricchezza culturale unica»

30 gennaio 2024
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Reggio Emilia Come si affronta il passaggio dalla scuola superiore al mondo del lavoro per un artista? Ce ne parlano Cristiano Chierici, in arte Klerix, e Alberto Ferrari, due ex studenti del liceo artistico “Gaetano Chierici” di Reggio Emilia, diplomati nel 2019 dopo aver frequentato l’indirizzo di arti figurative, e ora diventati tatuatori presso il negozio “Lulu tattoo”. Abbiamo cominciato chiedendo loro quando è nata la passione per il disegno ed entrambi ammettono che era già cominciata prima di andare al liceo per poi svilupparsi durante gli anni di scuola.

Lo stile

L’indirizzo figurativo dell’artistico di Reggio Emilia ha fornito ai due ragazzi, oggi ventitreenni, le basi per il disegno, aiutandoli nella ricerca e nello sviluppo di un loro stile che tuttora è in continuo mutamento, e, a detta loro, non smetterà mai di cambiare. In particolare, lo stile di Klerix nasce dalla tecnica blackwork e si ispira a pittori ed incisori del passato, con un tratto comunicativo in continua evoluzione, mentre quello di Alberto, molto più colorato e vario, si sta ancora sviluppando, attraverso il continuo studio anche di strumenti tradizionali e l'utilizzo di tecniche miste.

Il significato 

Parlando dei significati del tatuaggio, Klerix dice: «Il lavoro di un tatuatore inizia nel momento in cui il cliente ci scrive e finisce quando ha il tatuaggio guarito addosso». Alberto aggiunge: «Vi è un legame speciale tra il tatuatore e il cliente, al quale si cerca di offrire un servizio a 360 gradi. Non è importante il significato di un tatuaggio, poiché può essere anche un elemento puramente estetico, ma l’importanza sta nell’etica del tatuatore: accettare o rifiutare di fare tatuaggi considerati di cattivo gusto».

L’esperienza del Pcto 

Abbiamo poi chiesto loro cosa ne pensano dei Pcto (ex alternanza scuola lavoro) scolastici. Entrambi i tatuatori pensano che dovrebbero mettere i ragazzi alla prova con nuove esperienze di scuola-lavoro, in modo che essi possano sperimentare prima di scegliere il proprio lavoro futuro, anche se l’ambiente in cui vengono impiegati durante un Pcto è molto diverso da quello lavorativo. Secondo loro se ci fossero più occasioni per gli studenti di lavorare in autonomia, li si farebbe entrare di più nel mondo del lavoro non solo aziendale ma anche libero professionistico, in cui si ha più libertà artistica, almeno per quanto riguarda la scelta dei propri collaboratori, con i quali avere un feeling positivo e creare un ambiente sano in cui lavorare.

Collaborare è vitale

Durante uno dei loro Pcto i due artisti hanno collaborato con il comune di Quattro Castella, ri-decorando a Montecavolo un muro, che si era rovinato col tempo, con un murales. Questo li ha portati a mettersi nelle condizioni di sottostare ad un committente e allo stesso tempo imparare a collaborare assieme ad altri in uno stesso progetto. Soprattutto nell’ambiente dei liberi professionisti, dicono, «è importante saper lavorare con gli altri ma mantenendo la concezione di fare un lavoro individuale e sviluppare una propria crescita personale».

Percorsi diversi

Ci interessava poi conoscere il percorso post scolastico di Cristiano-Klerix e Alberto. Le strade lavorative dei due ragazzi, dopo il diploma, si sono separate per qualche tempo, per poi ritornare insieme nello studio da tatuatori. Klerix aveva il sogno di fare questo mestiere già durante gli anni del liceo e la sua famiglia lo ha sempre spronato e sostenuto nell’inseguire il suo sogno. Così, terminata la scuola, ha dapprima iniziato a tatuare sulla pelle sintetica, per poi aprire la partita Iva, iniziare un apprendistato (durante il quale ha anche lavorato come tutor al Chierici) e, 3 anni fa, la carriera da tatuatore. Alberto, invece, dopo essersi diplomato ha iniziato da subito a fare un lavoro non inerente all’ambito artistico che lo ha aiutato ad essere più aperto di mente, interessandosi ad altre professioni. Ha poi conosciuto una battuta d’arresto nella quale ha avuto il tempo di tornare sui suoi passi per crearsi nuove occasioni. Grazie a Klerix ha poi iniziato a lavorare, come apprendista, nel mondo del tatuaggio nello stesso studio dell’amico. Abbiamo poi chiesto loro come si immaginano, professionalmente parlando, fra qualche anno. Entrambi affermano di mettere cuore e passione in tutto ciò che fanno, e per il futuro sperano di continuare a migliorare, studiare e consolidare un loro stile, avendo sempre fame di imparare e sperimentare.

Il consiglio

Infine, abbiamo sollecitato un consiglio per coloro che vogliono intraprendere il lavoro di tatuatori. I due artisti hanno trovato una risposta comune: prima di tutto non bisogna fare l’errore di limitarsi e avere un’evoluzione nello stile: quello del tatuatore è un lavoro che necessita di sacrifici, studio e molta esperienza. «Non fatelo per soldi, moda o perché attira: questo è un lavoro che ha una storia millenaria e una ricchezza culturale unica. Sin dal primo uomo c'è stato anche il primo tatuaggio. L’ossessione batte il talento, non fermatevi, abbiate fame di imparare», conclude Klerix.