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La causa

«I Piazza non potevano non sapere di tutti i debiti della Reggiana»

Serena Arbizzi
«I Piazza non potevano non sapere di tutti i debiti della Reggiana»

Alicia Rickter è a processo per diffamazione contro l’ex presidente Compagni. In aula gli ex granata Gianfranco Medici e Guido Tamelli, chiamati a testimoniare

31 gennaio 2024
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Reggio Emilia «I Piazza erano stati informati di tutti i debiti: non potevano non sapere. Alicia era informata di tutto: dalle assemblee dei soci all’assunzione dei dipendenti».

È destinata a fare discutere la causa per diffamazione che vede sul banco degli imputati Alicia Rickter, moglie di Mike Piazza, portata in tribunale dall’ex presidente della Reggiana, Stefano Compagni.

Il caso riguarda più interviste rilasciate da Alicia, in qualità di vicepresidente della società calcistica, con cui, secondo l’accusa, avrebbe offeso la reputazione di Stefano Compagni, presidente del consiglio d’amministrazione della Reggiana dall’estate 2015 al primo luglio 2016 e successivamente vicepresidente. La 51enne californiana – che sarà chiamata a deporre durante la prossima udienza, se si troverà in Italia – è accusata di aver mandato una “lettera aperta” a più siti in cui parlava di «ostacoli in tutte le direzione. Partendo ad esempio da un contratto fraudolento stipulato da uno dei nostri partner originali, Stefano Compagni. Per esempio, assemblee dei soci mai convocate, un ex direttore sportivo mai assunto (...). Gli è stato sottoscritto un contratto di tre anni a 10.000 euro al mese... firmato da Compagni. Ha portato altri otto dipendenti, nessuno dei quali ha avuto un colloquio o è stato approvato da Mike Piazza (presidente della Reggiana). Giocatori come Marchi sono stati contrattualizzati da Compagni, senza l’opinione di Mike o la cortesia di mandargli una mail: un budget raddoppiato prima dell’inizio della stagione», si legge, ancora, nella lettera aperta, tra le accuse rivolte da Lady Piazza.

Affermazioni contro Compagni, lette da tantissime persone, che hanno scatenato un putiferio e innescato l’immediata reazione del diretto interessato. Compagni, assistito dall’avvocato Alessandro Carrara, al momento della costituzione di parte civile ha presentato una richiesta di risarcimento di 200.000 euro.

Le accuse di Lady Piazza sono state smontate pezzo dopo pezzo dai due testimoni ascoltati ieri dalla giudice Francesca Piergallini, i quali hanno risposto alle domande del pubblico ministero, dell’avvocato Carrara e dell’avvocato Alessandro Simionato, difensore di Alicia Rickter. Si tratta di Gianfranco Medici, già socio della Reggiana, e Guido Tamelli, ex amministratore delegato della società granata.

«Non è vero che il budget di spesa era raddoppiato mentre Alicia e il marito erano negli Usa – afferma Medici, tra i vari punti –. Le assemblee sono sempre state convocate. Non mi risultano, poi, dipendenti assunti senza l’autorizzazione di Piazza».

È stato ricordato, inoltre, come Compagni e Medici avessero preso una società già indebitata: in particolare, Medici ha affermato di «averci rimesso 1.700.000 euro con la Reggiana. Compagni di più».

Guido Tamelli ha ricostruito più fasi: «I Piazza erano a conoscenza di tutti i debiti, non potevano non sapere. È stata fatta una due diligence, un’analisi, durata tre o quattro mesi in seguito all’interesse crescente dei Piazza verso la società. Mai stipulati contratti fraudolenti, mai viste firme falsificate».

«Dalle testimonianze la nostra tesi esce consolidata», afferma l’avvocato Carrara.