Enocianina, presentati due ricorsi su aggiudicazione e trasferimento
Reggio Emilia. Continua la guerra legale che ruota intorno agli immobili occupati per decenni dall’Enocianina Fornaciari in viale IV Novembre. Si tratta di un’area strategica, da tempo al centro delle cronache: proprio qui l’amministrazione comunale ha manifestato l’intenzione di realizzare la nuova sede della caserma della polizia locale. Un’iniziativa molto attesa dai residenti del quartiere, i quali confidano che la costruzione del nuovo Comando possa segnare la svolta contro l’ondata di criminalità che si registra nella zona della stazione, a pochi passi dall’ex Enocianina, azienda fondata nel 1946, specializzata nella produzione di estratti d’uva per la colorazione di bevande, alimenti e integratori.
L’ingegner Aldino Fornaciari ha presentato altri due ricorsi: il primo contro le modalità formali con cui si è svolta l’asta, quindi relative all’aggiudicazione dell’immobile, il secondo sul decreto di trasferimento.
Occorre, infatti, effettuare una distinzione: il complesso in cui sorgeva l’Enocianina era suddiviso tra capannone e abitazione dove risiedeva la famiglia Fornaciari, fino all’ottobre 2022, quando è avvenuto lo sgombero.
«Sul capannone grava l’esecuzione immobiliare – spiega l’avvocato Raffaella Pellini, che tutela l’ingegner Fornaciari –. Il capannone è stato espropriato dal Comune ma è sono stati impugnati l’aggiudicazione e il trasferimento dell’immobile all’uomo di origine egiziana per violazioni, secondo il nostro punto di vista, sulla normativa delle aste, anche perché sulla questione ci sono stati degli accertamenti da parte della Guardia di Finanza. Il rischio, a questo punto, è che l’indennità dell’espropriazione arrivi a questa persona e non alla famiglia Fornaciari. Abbiamo, dunque, impugnato di fronte alla Cassazione le modalità con cui si è svolta l’asta. Inoltre, noi avevamo chiesto una sospensione. E sosteniamo che l’indennità non spettasse a questo soggetto senza fissa dimora, ma all’ingegner Fornaciari».
In passato, lo stabile dell’Enocianina era stato oggetto anche di un ricorso straordinario al presidente della Repubblica.
L’obiettivo era quello di chiedere “l’annullamento degli atti definitivi” conseguenti allo sgombero effettuato dall’amministrazione il 27 ottobre 2022. In altre parole si voleva fermare la demolizione. Lo sgombero dell’Enocianina ha rappresentato un nuovo passaggio nel progetto di realizzazione della nuova sede del Comando della polizia locale, che nascerà al posto dello storico edificio occupato dall’azienda, che verrà demolito. La famiglia Fornaciari ha sempre dichiarato di vivere nei locali vicini all’Enocianina.
«Quando un immobile è abbandonato si compiono accertamenti – aveva spiegato al momento dello sgombero l’avvocato Pellini –. In questo caso mi chiedo che cosa abbia fatto il Comune per accertare che l’edificio sia vuoto e quali prove abbia per sostenere che non ci viva nessuno? C’è una contraddizione: il Comune va avanti in un’istruttoria fatta sulla base del presupposto che l’immobile fosse abbandonato. Ricordo, inoltre, che la famiglia viveva nell’immobile dal 1946: non si tratta di un periodo breve, quindi»