Gazzetta di Reggio

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L’incentivo

Dopo lo stop al superbonus ristrutturazioni calate del 27%

Luciano Salsi
Dopo lo stop al superbonus ristrutturazioni calate del 27%

L’assessore Pratissoli: «Servono detrazioni permanenti con regole chiare»

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Reggio Emilia Anche nella nostra città il superbonus al 110% è stato determinante nell’incentivare gli interventi di ristrutturazione e, quindi, nell'aumentarne il numero di quasi il 50% nei due anni, il 2021 e il 2022, in cui l'agevolazione era vigente. La sua abolizione ne ha provocato il crollo vertiginoso. Solamente negli ultimi mesi del 2023 il parziale dietrofront del Governo ha consentito una ripresa, cosicché il bilancio dell'intera annata s'è chiuso con una diminuzione del 27%, meno pronunciata rispetto al calo iniziale. In sostanza siamo ritornati ai valori del periodo antecedente il 2021, quando si risentiva ancora della grave crisi dell’edilizia.

Lo certifica Alex Pratissoli, vicesindaco con delega alla Rigenerazione urbana, che auspica l'introduzione di detrazioni permanenti per stimolare la riqualificazione degli immobili, a suo avviso necessaria per contenere non solo le spese energetiche, ma anche le emissioni dell'anidride carbonica responsabile del riscaldamento climatico. Gli effetti del superbonus erano stati eccezionali: più di quattromila autorizzazioni rilasciate ogni anno dal Comune fra il 2021 e il 2022 per la riqualificazione immobiliare. Poi il drastico rallentamento le ha fatte scendere a 3.100 nel 2023. Fra il 2014 e il 2020 se ne erano contate mediamente 2.800.

Nell'ultimo triennio s'è verificato un risultato record, con oltre 11.200 interventi di ristrutturazione, ma per il 2024 si prevede una netta contrazione, in assenza di nuove misure incentivanti. L'anno scorso il tasso annuo di ristrutturazione è stato pari all’1,60%, di poco superiore alla media del periodo 2014-2020 che era dell’1,45%. Si è così rimasti al di sotto dell’obiettivo fissato dall’Agenda 2030, che è del 2%. Tale percentuale è stata raggiunta per la prima volta solamente nel 2021 ed è stata confermata l’anno successivo. Le imprese del settore hanno subito, inoltre, la perdurante stasi delle nuove costruzioni. Anzi, si è registrato il dato più basso dell'ultimo decennio proprio nel 2023, quando esse hanno riguardato soltanto l’1,3% degli interventi edilizi, il meno 57% rispetto all’anno precedente.

«Probabilmente – ammette il Comune – la causa è da cercare nell’entrata in vigore del nuovo Piano urbanistico generale incentrato sul recupero dell’esistente. In tal senso si conferma un trend ormai consolidato dal 2014, con valori relativi alla nuova costruzione marginali, mentre gli interventi di riqualificazione superano il 98% del totale delle pratiche edilizie». Le opere di manutenzione e ristrutturazione si sono concentrate soprattutto nel centro storico, dove dal 2015 se ne sono compiute o avviate più di 2.100. Sono state numerose anche nell'area Nord. In particolare se ne sono susseguite oltre 380 dal 2017 ad oggi nel Parco Industriale di Mancasale, l’unico ambito cittadino che ha raggiunto e superato nel 2023 l’obiettivo del 2% del tasso annuo di riqualificazione. «Le incentivazioni – osserva Pratissoli – sono state molto criticate. L’errore è stato non nello spendere, ma nel distribuire le risorse: troppi soldi per bonus irrilevanti ai fini della transizione come quello delle facciate, che hanno generato anche la maggior parte delle truffe, piuttosto che a favore di villette anziché condomini».