Gazzetta di Reggio

Reggio

Scuola2030

Tre milioni di italiani in cura per disturbi del comportamento alimentare

Sofia Zanichelli*
Tre milioni di italiani in cura per disturbi del comportamento alimentare

Dopo il Covid-19 essi risultano incrementati del 30% nelle forme di anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating)

06 febbraio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia «Sono grassa». «Ho troppa pancia». «Odio le mie cosce». Ecco i pensieri che troppo spesso tormentano l’animo di ragazze (soprattutto) e ragazzi della Generazione Z. Sono oltre 3 milioni gli italiani che, secondo i dati rilasciati dell’Osservatorio Aba e dell’Istat, soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DCA). Dopo il Covid-19 essi risultano incrementati del 30% nelle forme di anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating), che consiste in abbuffate incontrollate di cibo. Tra tutti, l’anoressia nervosa è quella più comune e consiste nella necessità di controllare l’alimentazione alla ricerca continua dell’estrema magrezza, con il conseguente terrore di ingrassare.

Colpite a 12 anni

I soggetti maggiormente colpiti sono le teenager dai 12 ai 17 anni. I segnali iniziali sono individuabili nella scarsa autostima, nell’insicurezza rispetto alla propria forma fisica e al peso corporeo, che portano alla drastica restrizione dell’assunzione di calorie quindi di cibo. Spesso a questa dieta ferrea viene abbinato un eccessivo esercizio fisico e, nei casi di associata bulimia, le ragazze sono solite indursi il vomito. La perdita di peso è sempre vista da chi ne soffre come una straordinaria conquista. Ancora oggetto di indagine le motivazioni dell’esponenziale sviluppo di questo fenomeno: a volta la responsabilità è riferibile a relazioni disfunzionali con famigliari e amici, altre volte non esistono problematiche evidenti e l’insorgenza del disturbo coincide con eventi banali, ad esempio opinioni non richieste degli sconosciuti.

Il ruolo dei social

Certo i social network hanno potenziato molto questo “mostro” soprattutto perché pochissimi sui propri profili mostrano la realtà quotidiana e molti ricorrono all’uso di video e foto in cui ogni difetto viene corretto con le app. Da una parte sono quindi popolati da influencer che ostentano la propria ricerca di perfezione, dall’altra propongono profili di persone che hanno vissuto situazioni simili e che possono offrire grande conforto ai giovani affetti da questi disturbi.

I centri specializzati

Nei centri specializzati, che al momento in Italia sono 126, i professionisti quando si confrontano con situazioni critiche procedono secondo protocolli specifici: vietano qualunque tipo di attività fisica e, se il paziente continua a scendere di peso, procedono con il ricovero in struttura e alle terapie con il sondino. I centri forniscono sostegno anche agli adulti che si chiedono come possono aiutare i giovani affetti da questi terribili disturbi. Si tratta di un percorso complesso per ragazze e ragazzi, che devono capire in maniera autonoma quando è il momento di fermarsi e realizzare di voler tornare a vivere veramente senza alcuna restrizione, facendo partire il cambiamento da sé stessi.

Supporto ai genitori

Ma è, al tempo stesso, un percorso molto complesso anche per i genitori, costretti a vedere soffrire la propria figlia o figlio e torturati di giorno in giorno dai sensi di colpa e dalla sensazione di impotenza. Dopo ogni visita, dopo ogni referto dall’esito non sperato, l’adulto deve evitare di rendere la situazione ancora più difficile da affrontare, cercando di mantenere la lucidità e mostrandosi ottimista, offrendo un riparo sicuro in cui l’adolescente si possa sentire a proprio agio e riservando i momenti di debolezza alla sfera privata. È difficile e richiede un grande sforzo rispettare tutte queste regole quando si tratta della persona che più si ama al mondo, ma da genitori si è disposti a tutto pur di vedere il proprio figlio sereno.l

*Studentessa del liceo

Moro