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Cancro, l’Emilia-Romagna è la regione dove si guarisce di più

Stefano Luppi
Cancro, l’Emilia-Romagna è la regione dove si guarisce di più

I dati del Registro tumori Regione Emilia-Romagna

07 febbraio 2024
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Bologna L’Emilia Romagna è la regione dove chi contrae una qualche forma di cancro ha la possibilità di sopravvivere più a lungo. Diciamolo meglio. Secondo gli esperti che hanno analizzato i dati a cinque anni da una diagnosi di tumore nella nostra regione il 65% delle donne malate è ancora in vita così come lo è il 56% degli uomini.

Per qualche decimale questo numero, si comprende importantissimo, mette l’Emilia Romagna davanti alla Toscana, la seconda regione dove screening, farmaci, stili di vita permettono una sopravvivenza lunga.

Il dato è stato analizzato nei giorni scorsi anche da Gianni Amunni, direttore scientifico di ISPRO- Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica in Toscana: di tumore, ha sottolineato in sintesi l’esperto intervistato dal quotidiano Il Tirreno, si può sempre più spesso guarire e sono sempre più le persone che convivono con una malattia che certamente spaventa.

Un aspetto fondamentale che mette la nostra regione sul gradino più alto del podio in questa classifica è il sistema di screening che in Emilia Romagna è particolarmente efficiente.

I numeri in regione

Attualmente sul nostro territorio le persone ammalate di una qualche forma di cancro sono circa 230mila, il 5% circa della popolazione residente.

Secondo il Registro regionale dei tumori – che pubblica gli ultimi dati riferiti al 2018 – ogni anno si ammalano di cancro poco più di 30mila emiliano romagnoli (30674, dato in crescita). Per fare qualche esempio: ogni anno ci sono 3.338 nuovi casi di tumori al colon retto (il 10, 9 % sul totale dei casi) e 2.151 alla vescica (il 7 per cento) , due tra le neoplasie più diffuse se escludiamo quelle al seno analizzate di seguito. Inoltre l’andamento generale della mortalità è in calo sia negli uomini che nelle donne (14.081 decessi nel 2018, pari al 28% della mortalità generale, e 13.358 decessi nel 2022, pari al 24%) .

Infine un altro numero: incrociando i dati del Registro regionale tumori e dell’Atlante di mortalità della Regione Emilia-Romagna, si vede che il tasso di incidenza delle nuove diagnosi cala. Se nel 2006 era di 855 per gli uomini e 561 per le donne nel 2006, le stime 2023 parlano di 596 per gli uomini e 507 per le donne.

I tumori più diffusi

Sul territorio l’adesione ai programmi gratuiti di screening al seno, al collo dell’utero e al colon-retto è superiore alla media nazionale. Altra novità è che le donne operate di tumore al seno in Emilia Romagna, dopo dieci anni di sorveglianza medica presso i Centri di Senologia, vengono reinserite nel programma di screening mammografico e così il percorso non si interrompe. In Emilia Romagna la percentuale di partecipazione della popolazione target femminile – le donne nella fascia di età 45-74 anni – allo screening dei tumori al seno risulta stabile (71 per cento nel 2022 e nel 2023), in lieve aumento, dal 65 al 66 per cento, invece è quella allo screening al collo dell’utero (donne tra i 25 e 64 anni) .

Stabile invece è l’adesione allo screening al colon-retto che coinvolge uomini e donne tra i 50 e i 69 anni, fissa al 53%. C’è un altro dato positivo. Grazie agli screening, si legge nei dati del Registro Tumori elaborati due anni fa sulle annate precedenti, il tasso di mortalità per cancro cala di oltre il 50% per tutte e tre le forme di tumore citate e c’è una riduzione del 31% delle forme avanzate di carcinoma mammario. I numeri dell’Italia, raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità, “fotografano” una situazione preoccupante.

Due milioni

Lo scorso anno, nel nostro Paese, la stima parla in totale di 2,2 milioni che vivono con una diagnosi di tumore (il 4% dell’intera popolazione) e ci sono 395mila nuove diagnosi di cancro con numeri crescenti rispetto ai 376mila del 2020. Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2023, è stato il carcinoma della mammella (55.900 casi) , seguito da quello al colon-retto (50.500) , al polmone (43.800) , alla prostata (41.100) e alla vescica (29.700) . Nei prossimi vent’anni, calcolano gli esperti, il numero annuo di nuove diagnosi oncologiche in Italia è destinato ad aumentare in media dell’1,3% per anno negli uomini e dello 0,6% per anno nelle donne.

Quelli citati sono solo alcuni dei moltissimi dati che emergono dal rapporto “I numeri del cancro in Italia 2023”, volume curato da “AIOM – Associazione Italiana di Oncologia Medica” e numerosi altri enti che fornisce un diffuso quadro epidemiologico sul cancro nel nostro Paese e descrive gli aspetti relativi alla diagnosi, prevenzione e terapia delle neoplasie, con un focus sul contrasto agli stili di vita non salutari e l’adesione agli screening.  

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