Gazzetta di Reggio

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Rogo sul Cusna, il sindaco Sassi: «Va riaperto il presidio dei forestali a Villa Minozzo»

Miriam Figliuolo
Rogo sul Cusna, il sindaco Sassi: «Va riaperto il presidio dei forestali a Villa Minozzo»

Prevista una sede dei vigili del fuoco a Febbio

06 febbraio 2024
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Villa Minozzo Un presidio dei carabinieri forestali a Villa e uno dei vigili del fuoco a Febbio. Se il secondo sembra essere quasi vicino a realizzarsi, il primo lo chiede il sindaco Elio Ivo Sassi.

Questo dopo quanto successo: il devastante incendio sul monte Cusna che ha distrutto 280mila metri quadrati di prateria di alta quota, in un’area considerata patrimonio ambientale a livello comunitario – siamo in “Zona speciale di conservazione” di Rete Natura 2000, principale strumento dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità.

In attesa che le indagini dei carabinieri forestali per risalire ai responsabili arrivino a conclusione, quanto avvenuto solleva, fin da subito, riflessioni importanti che riguardano la tutela del nostro patrimonio ambientale a fronte di cambiamenti climatici i cui drammatici risvolti sono evidenti non più solo in estate, a partire da temi come la prevenzione e la necessità di maggiori controlli sul territorio.

Temi sui quali gli enti locali non sono inermi, ma portano avanti azioni mirate, ciascuno nelle proprie possibilità, concorrendo al piano anticendi della Regione.

In questa cornice rientrano sforzi come quello del Comune di Villa Minozzo, in collaborazione con l’ente Parco e i vigili del fuoco, per l’apertura a Febbio di un presidio del 115, proprio in quella che fu la sede del vivaio della Guardia forestale, corpo dismesso dal 2017 e confluito nell’Arma dei carabinieri. Un progetto che è già un cantiere avanzato, con alcuni sopralluoghi già avvenuti e in piena fase di ricerca dei finanziamenti. Un presidio a Febbio vuole dire la garanzia di interventi ancora più tempestivi e mirati.

«Ma bisogna fare una riflessione ulteriore – dice il sindaco Elio Ivo Sassi –. È assurdo pensare un Comune come il nostro, nel cuore dell’Appennino reggiano e al centro di un’area di grande interesse, non abbia la sua stazione. L’ha avuta per 50 anni: era in piazza. Poi non so quale fu il criterio, ma si chiuse. E chi pensa ai controlli? Non la polizia locale. Ora i carabinieri forestali sono a Busana. Per arrivare a Villa devono andare a Castelnovo Monti e poi prendere per Gatta... Questo è un territorio enorme, patrimonio di tutti; va tutelato e controllato. Installeremo altre telecamere, ma non basta».

«Sulla prevenzione degli incendi, sistemi e tecnologie vanno implementati, usiamoli tutti anche l’intelligenza artificiale – dice il presidente del Parco, Fausto Giovanelli –. Sul Cusna le cause vanno accertate. Tutte le ipotesi sono plausibili, tranne quella naturale. Ma lasciamo spazio alle indagini. A febbraio, però, in quella zona in questo periodo c’era un metro di neve. Quanto è successo è molto preoccupante perché dà l’idea che possa ripetersi. Il vero dato è l’evidenza della crescita del fattore di rischio».