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Sanremo e l’antifascismo. L’esponente reggiano di FdI «Bella Ciao? Liquame»

Evaristo Sparvieri
Sanremo e l’antifascismo. L’esponente reggiano di FdI «Bella Ciao? Liquame»

Il post che fa discutere dopo che Mengoni e Amadeus hanno cantato l’inno dei partigiani in conferenza stampa

08 febbraio 2024
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Reggio Emilia «Purtroppo, non c’è scampo: anche evitando accuratamente la Tv, il liquame arriva per altre vie. Leggo che Sanremo è iniziato con “bellaciao”. #disagio in #primetime a spese del Contribuente». Non tutti guardano la tv, non tutti amano Sanremo e non tutti si direbbe che apprezzino “Bella Ciao”, il canto della Resistenza diventato un inno internazionale. Fra questi c’è Alessandro Casolari, responsabile provinciale del Dipartimento Difesa di Fratelli, al quale non deve essere piaciuto il siparietto della conferenza stampa di presentazione della prima puntata del festival della Canzone Italiana.

A provocarlo, l’inviato di Striscia ed ex Iena, Enrico Lucci, che ha chiesto al conduttore e direttore artistico, Amadeus, e al cantante e co-conduttore, Marco Mengoni, se potessero o meno definirsi antifascisti. La risposta? «Sì». Di qui l’invito di Lucci a cantare “Bella Ciao”, con dedica alla premier Giorgia Meloni. Un siparietto che ha fatto storcere il naso anche a qualche vertice nazionale di FdI, già alle prese con la possibile invasione della protesta dei trattori, pronta a sbarcare al festival. Politica e musica dovevano rimanere fuori dal festival in questa edizione, viaggiando su binari separati, aveva giurato Amadeus. Ma quale canzone ha più valore politico di Bella Ciao? E Amadeus, dopo aver temporeggiato, alla fine si è lasciato andare, così come Marco Mengoni. «Due anni fa provai a invitare due attori della “Casa di Carta” a cantare “Bella Ciao” a Sanremo», ha spiegato il conduttore.

«Musicalmente è bellissima», ha aggiunto Mengoni, che ha poi iniziato a cantare insieme con Amadeus le note della canzone, accompagnate anche da molti cronisti in sala stampa all’Ariston.

Sui social, fra immancabili pagelle e commenti vari, c’è anche chi come Casolari ha espresso il proprio malumore. «Ma i miei sono post sarcastici», afferma alla Gazzetta il responsabile Difesa di FdI, che ricorda come il post in questione sia pubblicato sul profilo personale e non su quello politico. Una cinquanta ieri i like, tutti di esponenti di destra, una quarantina di commenti, che non le mandano a dire né al festival né al canto partigiano.

«Se ritengo eccessivo considerare “Bella Ciao” liquame? Vero, visto da angolazioni diverse può apparire eccessivo. Ma per me era un post sarcastico. Sempre su Sanremo, ho pubblicato anche un post con un citazione di Ezra Pound, per dire. Poi non sto mica a nascondermi dietro un dito, sono iscritto a Fratelli d’Italia».

Il profilo personale rimanda a temi cari alla destra, come le Foibe e Norma Cossetto. E colpisce la foto profilo con il simbolo della National Rifle Association of America, associazione che agisce in favore dei detentori di armi da fuoco. «Quella foto profilo ce l’ho da sempre. In Italia questa associazione non esiste – spiega Casolari – cura la difesa del secondo emendamento della costituzione americana, che garantisce il diritto del cittadino di possedere armi. Sono di destra ma sono soprattutto libertario». E che sia dalla parte opposta a quella dei partigiani, è lo stesso Casolari ad ammetterlo, ricordando la sua presenza alle presentazioni dei discussi libri di Gianfranco Stella. «È ovvio che non ho un rapporto idilliaco con un certo tipo di racconto, ma i miei post sono goliardici. Se fra qualche mese dovessi diventare consigliere comunale, sarò consapevole che devo stare attento a ciò che scrivo. Però nel mio settore, quello della difesa, non troverà mai post ironici o comici. Sul resto finora mi sentivo libero di poter ironizzare, ma ho già capito che sarà meglio darsi una regolata». 


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