Gazzetta di Reggio

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La polemica

Il caso Ghali per “Stop al genocidio”

Simone Di Stefano
Il caso Ghali per “Stop al genocidio”

L’ambasciatore israeliano in Italia: «Diffonde odio in modo superficiale»

12 febbraio 2024
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Sanremo. La questione della guerra in Medioriente sbarca sul palco dell’Ariston nell’ultima serata di Festival e scoppia la polemica con tanto di posizione dello stato di Israele. “Stop al genocidio”, dice il rapper milanese Ghali, e al termine dell’esecuzione del suo brano “Casa mia” per la prima volta la questione Israele-Palestina approda al Festival.

«Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile», scrive sui social l’ambasciatore di Israele in Italia Alon Bar. «Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi insieme ad altre decine di ostaggi israeliani. Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto».

Poco prima, peraltro, le telecamere Rai avevano inquadrato alcune persone che al concerto di Tedua sulla Costa Smeralda avevano esposto cartelli con le scritte “Stop genocidio” e “cessate il fuoco” e bandiere della Palestina.

«Ho vissuto assieme all’ambasciatore Bar ed alla presidente Di Segni – spiega in una nota l’Ad Rai Roberto Sergio – gli eventi che la Rai ha dedicato alla memoria della Shoah nell’ultima settimana di gennaio. E ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano – e continueranno a farlo – la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta».

Il rapper italo-tunisino intervenendo a Domenica In-Speciale Sanremo su Rai1 ha replicato: «E io per cosa lo devo usare allora il palco? Sono un musicista ancora prima di essere su questo palco, ho sempre parlato di questo da quando sono bambino. Sono uno di quelli nati grazie a internet, internet può documentare che da quando sono bambino e ho fatto le mie prime canzoni a 13-14 anni parlo di quello che sta succedendo, non è dal 7 ottobre, questa cosa va avanti già da un po’. Mi dispiace tanto che abbia risposto in questo modo».