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L’appello

Reggio Emilia, invalido a rischio sfratto “Aiutate mio padre”

Luciano Salsi
Reggio Emilia, invalido a rischio sfratto “Aiutate mio padre”

La richiesta della figlia del 66enne colpito da una malattia rara

12 febbraio 2024
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Reggio Emilia La minaccia dello sfratto, il reddito molto basso e l’invalidità al cento per cento non bastano per ottenere una casa popolare.

È il caso di un sessantaseienne reggiano che vive solo a Pieve Modolena in un alloggio privato di cui da tempo non paga per intero l’affitto. I tre figli e la moglie divorziata gli assicurano l’assistenza quotidiana e i mezzi economici necessari per integrare l’indennità di accompagnamento, ma non riescono a pagare regolarmente il canone di locazione.

La legge 104, che protegge i disabili e concede permessi retribuiti e agevolazioni fiscali ai famigliari che li assistono, lo metterebbe al sicuro anche dall’escomio, ma lui dopo il divorzio trascurò di denunciare il cambio di residenza. Quindi nel contratto risulta residente altrove e non può fare valere la condizione d’invalidità contro il locatore, che non ha accettato di abbassare l’affitto al di sotto dei 500 euro mensili pattuiti. Questa distrazione gli è costata anche l’esclusione per tre anni, fino al prossimo mese di giugno, dalle graduatorie dell’edilizia residenziale pubblica.

Perciò le assistenti sociali del Comune hanno proposto il ricovero in una struttura. La famiglia si oppone.

«Mio padre – riferisce la figlia – non accetta questa soluzione, che lo allontanerebbe dai suoi cari. Lo stesso medico di medicina generale la sconsiglia, almeno finché continua il miglioramento dalle gravissime condizioni di salute in cui era piombato». La malattia rara che lo affligge è la sindrome di Churg-Strauss, meglio definita come granulomatosi eosinofila con poliangioite, probabilmente latente per diverso tempo.

«Sospettiamo – dice la figlia – che si sia attivata dopo l’iniezione di due dosi di vaccino contro il Covid 19. Comunque sia, all’inizio si manifestava con forti dolori a una gamba e venne scambiata per un’ernia dovuta ai lavori pesanti che mio padre aveva fatto per cinquant’anni. Perciò è degenerata in una insufficienza renale molto seria, a cui s’è aggiunto il virus West Nile, cosicché gli manca completamente la capacità di camminare. Le cure gli hanno permesso di recuperare le facoltà mentali, ma il suo stato di salute rimane precario».

Intanto incombe il procedimento di sfratto. I famigliari hanno cercato una sistemazione in un miniappartamento poco costoso, ma si sono sentiti confessare dalle agenzie immobiliari che i proprietari non si fidano a firmare un contratto con una persona attualmente tutelata dalla legge 104. In caso di morosità, infatti, faticherebbero a ottenere la restituzione dell’alloggio.

«Ho anche pensato – insiste la figlia – di rivolgermi direttamente al sindaco, ma mi sono scoraggiata di fronte alla trafila burocratica che si deve affrontare per essere ricevuti».