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Reggio Emilia, i carabinieri commemorano la medaglia d’oro Leone Carmana

Reggio Emilia, i carabinieri  commemorano la medaglia d’oro Leone Carmana

All’eroe è intitolata la caserma del comando provinciale dell’Arma

14 febbraio 2024
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Reggio Emilia Nella mattinata di ieri, alla presenza del Tenente Colonnello Aniello Mautone comandante del Reparto Operativo del Comando provinciale dei carabinieri e del Maggiore Francesco Coratti comandante della Compagnia di Reggio Emilia, i carabinieri reggiani in servizio insieme a quelli dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo con in testa l’Ispettore Regionale Tenente Giuseppe Ciriello e delle associazioni combattentistica d’Arma hanno commemorato, al cimitero Monumentale, Leone Carmana, carabiniere reggiano eroe decorato di Medaglia d'’Oro al Valor Militare. A Carmana peraltro è intitolata la caserma cittadina sede del comando provinciale di corso Cairoli.

Dopo la messa officiata dal cappellano militare della Legione Carabinieri Emilia-Romagna don Giuseppe Grigolon, i carabinieri hanno deposto una corona alla lapide dell’eroe nel cimitero monumentale di via Beretti. Alla cerimonia hanno partecipato anche le autorità cittadine tra cui il vicario della Prefettura reggiana Caterina Minutoli e rappresentanze della questura e della Guardia di Finanza, che hanno partecipato insieme ai due nipoti dell’eroe.

Leone Carmana, nato a Gazzano di Villa Minozzo (Re) l’11 novembre 1894, appena ventenne partecipò alla prima guerra mondiale nel settimo Reggimento Fanteria, riportando due ferite. Transitato nell’Arma dei carabinieri al termine della guerra, vi operò fino al 1923, quando decise di ritornare alla vita dei campi, sposandosi e diventando padre di due bambine. Purtroppo l’eroe, sopravvissuto a tremende prove, ancor giovane spirò per malattia all’ospedale di Reggio Emilia, il 10 febbraio 1926. Venne decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare perché nel 1920, piantone all’ingresso di una polveriera presa d’assalto da una settantina di rivoltosi, rispose a colpi di moschetto al fuoco dei ribelli, mantenendosi saldo al suo posto benché ferito fino all’arrivo di rinforzi». 

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