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Fine vita. Stellario Dugoni, colpito da tumore al cervello: «Sapere di non soffrire mi fa sentire più sereno»

Serena Arbizzi
Fine vita. Stellario Dugoni, colpito da tumore al cervello: «Sapere di non soffrire mi fa sentire più sereno»

Stellario ha trasformato la sua esperienza in una lotta collettiva per la legge sul fine vita, perché la certezza del suicidio medicalmente assistito possa aiutare, anche a livello psicologico, chiunque si trovi di fronte a queste diagnosi

14 febbraio 2024
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Soliera «Avevo appena cambiato lavoro da soli tre giorni e, improvvisamente, mentre stavo organizzando alcune cose ho sentito una specie di formicolio partire da sotto il mento, fino a prendere tutto l’occhio sinistro. Era così forte che non riuscivo più a parlare. Di lì a poco mi hanno diagnosticato un tumore al cervello, curabile, ma inguaribile».

Erano i primi giorni del maggio 2022 quando Stellario Dugoni, 49 anni, di Soliera, nel Modenese, magazziniere, già componente dell’assemblea generale della Fiom Emilia Romagna ricevette quella diagnosi. Dalla comprensibile disperazione seguita alla diagnosi, è seguita la nascita di una battaglia con cui Stellario ha trasformato la sua esperienza in una lotta collettiva per la legge sul fine vita, perché la certezza del suicidio medicalmente assistito possa aiutare, anche a livello psicologico, chiunque si trovi di fronte a queste diagnosi.

In questa battaglia, il 49enne può contare sul potente aiuto della sua famiglia, composta dalla moglie Cinzia, dai figli Silvia, 23 anni, ed Enrico, 20, e di una psicologa. Stellario, nel dicembre scorso, ha avviato una petizione su change. org sul tema del fine vita con cui ha raccolto 2.000 firme.

«Tutto è iniziato così: dopo 13 anni di lavoro in un’azienda ho deciso di cambiare impiego trovandone uno come magazziniere in un’altra impresa – racconta Stellario, mentre accompagna il figlio Enrico durante una guida in vista dell’esame per conseguire la patente –. Dopo tre giorni ho avuto una parestesia: ho sentito una specie di formicolio da sotto il mento a tutto l’occhio sinistro che mi ha bloccato. Quest’episodio è durato circa un minuto, poi ho ripreso a lavorare e dopo mezz’ora si è ripresentato lo stesso malessere. Alla sera sono andato al Pronto soccorso, a Modena, dove sono stato sottoposto alla prima risonanza magnetica da cui i medici hanno notato un punto nero nel cervello. Questi episodi sono continuati nel fine settimana e il lunedì successivo sono andato all’ospedale di Baggiovara, dove, dopo un’altra risonanza e una Tac, è emerso ancora il punto nero al cervello. Da lì è stato disposto il ricovero per effettuare tutti gli altri accertamenti. Mi hanno detto che si trattava di un tumore e di lì a poco, il 3 giugno, sono stato operato. L’intervento non è andato benissimo: una parte del corpo è rimasta un po’ “compromessa”. In seguito ho affrontato 28 giorni di chemio e radioterapia. Dopo il ciclo di radio, sono crollato in un esaurimento nervoso che mi ha spinto a farmi aiutare da una psicologa alla quale dico sempre: “Mi hai salvato la vita”. I primi tempi dopo la radioterapia ero molto sbandato, credo comprensibilmente. Nell’agosto 2022 ho avuto il crollo, a novembre sono tornato a lavorare. Sono stati bravi i miei figli, mia moglie e la psicologa nell’aiutarmi. Ogni tre mesi si affrontano esami e una risonanza magnetica per monitorare la malattia. E ogni mese affronto cinque giorni di chemio per bocca, che ti dà gli stessi effetti collaterali di quella in vena».

Da una delle risonanze, nell’ottobre 2023, i medici hanno scoperto che il tumore era tornato.

«Mi dicono che lotto come un leone, ma la mia battaglia è incentrata sul fatto che non voglio soffrire – aggiunge Stellario –. Il fatto di avere già oggi le cure palliative mi mette una serenità tale da consentirmi di andare avanti nel quotidianità. E spere dell’eventualità del suicidio assistito mi dà una forza in più. Non voglio visibilità per me stesso, il mio desiderio è che ci si muova sulla legge. Io desidero combattere per quest’obiettivo ora, che sono in forma. Spesso questa battaglia viene associata a immagini di disperazione. Vorrei che tutti capissero che la situazione in cui mi trovo ora può capitare a chiunque».

L’approccio di Stellario alla vita dopo la diagnosi «all’inizio era deleterio, poi ho trovato un modo per andare avanti. L’anno scorso, ad agosto, con mia moglie, siamo andati per la prima volta fuori dall’Italia, in Irlanda per fare quel viaggio che sognavamo da 20 anni. E anche sul luogo di lavoro ho trovato enorme solidarietà. Sono stato assunto come responsabile di magazzino e stavo affrontando il periodo di prova. Dall’azienda mi hanno chiamato mentre ero in malattia: “Hai superato il periodo di prova, ti assumiamo”, mi hanno detto. È stato bellissimo. Ho chiesto di non avere un ruolo di responsabilità perché per me potrebbe essere troppo gravoso. In ditta sono contenti del mio lavoro e con i colleghi c’è un bellissimo rapporto». l © RIPRODUZIONE RISERVATA