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La manifestazione

Reggio si mobilita per la Pace con una marcia e un appello

Reggio si mobilita per la Pace con una marcia e un appello

Tantissime le adesioni al corteo che si terrà sabato a partire dalle 16.30

18 febbraio 2024
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Reggio Emilia Reggio Emilia si mobilita “Per un futuro di pace”: è il titolo scelto per l’appello e la marcia che la città accoglierà in centro storico nel pomeriggio di sabato 24 febbraio, giorno del secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucrania. Promossi da tutti gli aderenti, appello e mobilitazione si realizzano nel segno di una pace che si vuole universale e riguardano tutti i teatri di conflitto nel mondo.

Il percorso

Il percorso della marcia avrà inizio alle 16.30 del 24 febbraio a porta San Pietro, il corteo percorrerà la via Emilia fino a piazza Gioberti e da qui proseguirà lungo corso Garibaldi, poi attraverso via Farini raggiungerà piazza Prampolini dove, ai piedi della scritta “Cessate il fuoco ora!” si svolgeranno alcuni interventi.

È possibile aderire all’appello “Per un futuro di pace” scrivendo alla mail culturadipace@comune.re.it, fino a giovedì 23 febbraio. I partecipanti sono invitati a esporre le bandiere della pace quale unico messaggio di contrasto a qualsiasi guerra e nazionalismo.

L’appello

“Noi ci impegniamo per una vita di nonviolenza e riconciliazione, noi promettiamo di ascoltare con empatia e comprensione il prossimo anche quando non saremo d'accordo, noi crediamo nel potere di un dialogo onesto, noi aspiriamo a una carta universale di riconciliazione e dei diritti umani per tutti”. Questo l’appello all’umanità delle bambine e dei bambini israeliani e palestinesi del Parents Circle Family Forum lanciato il 21 settembre scorso. «Prendendo spunto da questo messaggio – si legge in una nota condivisa dagli organizzatori – chiediamo “un futuro di pace” ed esprimiamo la nostra volontà di riunire la cittadinanza, le associazioni, le organizzazioni della società civile e le Istituzioni nel promuovere una manifestazione.

Conflitti nel mondo

Ha ripreso corpo – questo il punto di partenza dei manifestanti – l’idea che l’ordine mondiale debba essere basato sullo scontro tra blocchi e non sulla collaborazione e la giustizia tra i popoli. Per noi la pace non è un valore astratto ma la pre-condizione per l’affermazione della giustizia sociale e l’unico metodo per raggiungerla. In tal senso va la nostra richiesta di ridurre immediatamente le spese militari a favore della spesa sociale, sanitaria, per la tutela ambientale del territorio e per una difesa civile e nonviolenta. Va riaffermato il rispetto del diritto internazionale che non può essere sostituito dalla potenza militare, preludio della guerra globale: nella barbara “logica del più forte”, nessuno è disposto a perdere, ma nessuno ne uscirà davvero vincitore. Unione Europea e Onu devono riappropriarsi subito del loro ruolo.Da Gaza all’Ucraina, dal Sudan alla Repubblica democratica del Congo sono in corso decine di guerre e conflitti che oltre a mietere vittime innocenti tra i civili e limitare la democrazia, calpestano i Diritti umani, sociali, civili e politici in tutto il mondo. La nostra mobilitazione chiede il cessate il fuoco per tutti questi conflitti, nessuno escluso, e l’avvio di negoziati a tutte le latitudini. Le guerre in atto, come tutte le guerre passate, separano persone, popoli e culture, in un ciclo di follia in cui si vuole affermare il pensiero della supremazia di alcuni sugli altri. In cui si afferma il diritto di alcuni con la violenza, l’occupazione, l’aggressione, la rappresaglia e si abbandona la cultura del confronto che riconosce i diritti di tutti. Le guerre impattano sui nostri sistemi di welfare, sull’accoglienza, hanno ripercussioni sulle nostre imprese, sui lavoratori, sulle competizioni sportive, sulle attività culturali e, anche, sulla nostra libertà di poter viaggiare nel mondo.

Le richieste

Cittadini, istituzioni, enti, organizzazioni della società civile e associazioni si impegnano a sollecitare e sottoscrivere appelli al Governo Italiano, alle Istituzioni europee e internazionali affinché possano prevalere la diplomazia e la mediazione, la riduzione delle spese militari, la promozione della cooperazione internazionale, il rafforzamento dell’azione umanitaria; esporre ove possibile la bandiera e i simboli della pace; sostenere iniziative di promozione della cultura del dialogo e della pace in ambito culturale, educativo, formativo e artistico per sensibilizzare la cittadinanza; dare continuità alla mobilitazione in tutte le città italiane. l

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