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Inquinamento atmosferico: in Emilia la peggior aria di sempre

Stefano Luppi
Inquinamento atmosferico: in Emilia la peggior aria di sempre

Le misure emergenziali ininfluenti, si spera nel maltempo del weekend

21 febbraio 2024
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Reggio Emilia Smog a livelli record, soprattutto a Modena, Reggio, Piacenza e Parma a causa di una qualità dell’aria che in Emilia continua a essere tra le peggiori di sempre, secondo quanto rilevano Arpae e i siti specializzati internazionali.

Un evento che ovviamente ricade su tutti i cittadini tanto che il meteorologo di Arpae Federico Grazzini, già ricercatore al “Centro europeo per le previsioni a medio termine” (Ecmwf) in Inghilterra, su Facebook consiglia di «non andare a correre perché a memoria non si ricordano valori così elevati, specie di PM2,5». ù

Un unico numero tra tutte le centraline regionali martedì 20 febbraio  era positivo, quello del piccolo comune di Jolanda di Savoia (Ferrara) che segnava “appena” 36 microgrammi di polveri sottili per metro cubo.

Ora si spera, anticipano gli esperti, in una perturbazione nel fine settimana che in questo anomalo e caldissimo inverno dovrebbe portare a una tregua, ovviamente non risolutiva del problema. Come nel film “Ricomincio da capo”, infatti, sembra di essere nel “giorno della marmotta”: tutte le misure emergenziali che sono già scattate anche nella nostra regione miglioreranno un po’ quel che entra nei nostri polmoni, ma se non si fa nulla di strutturale per l’appunto il problema si ripresenterà presto.

Non dimentichiamo a tal proposito che i medici da tempo assicurano che con l’aria cattiva aumentano le patologie polmonari con conseguenti morti se non in toto almeno in parte causate dalle polveri sottili nell’aria. Da giorni, dunque, si parla dell’altissimo inquinamento che sta strozzando gli abitanti della Pianura Padana, l’area economicamente trascinante in Italia, tra le più industrializzate d’Europa.

Indice di scarsa qualità

A generare allarme in questi giorni è stato in particolare il sito specializzato svizzero “IQAi” che utilizza l’indicatore americano “Aqi - Air Quality Index”: tre giorni fa i numeri, contestati con veemenza dal sindaco di Milano Beppe Sala, hanno decretato Milano e dintorni una delle zone più inquinate al mondo subito dietro a Chengdu (Cina), Lahore (Pakistan), Dhaka (Bangladesh). Stando al sito citato i numeri per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico da PM2.5 vedono a Piacenza un dato altissimo, 158 punti mentre a Modena non fanno certo i salti di gioia con 138 punti che secondo gli standard significano aria “non salutare per soggetti particolarmente sensibili”, ossia in particolare anziani, persone affette da patologie e bambini. Spostandosi in Romagna invece, nell’unico altro centro in regione monitorato da IQAi sul sito, c’è Ravenna a quota 84 punti, allarme «giallo» e non rosso.

Secondo l’Agenzia regionale la situazione peggiore si individua tra Piacenza e Modena-Bologna, a leggere i dati delle centraline sul territorio dove emerge una media di polveri nell’aria vicina ai 100 microgrammi un po' in tutta l'Emilia. Quattro i capoluoghi con altissimo smog, a partire da Piacenza per quanto riguarda le Pm10: media giornaliera di ben 119 microgrammi per metro cubo quando dovrebbe essere 50 per avere in ogni caso uno “sforamento” (sono 35 quelli ammissibili in un anno secondo il Piano dell’Aria Emilia Romagna). Malissimo anche Reggio Emilia con una concentrazione media di 108 microgrammi in zona centro seguita da Parma con 104 microgrammi e Modena poco dietro con 103 microgrammi. Bologna ieri segnava 78 microgrammi per metro cubo mentre in Romagna, a Rimini a esempio, si era sugli 84 microgrammi.

L’analisi di Arpae

Anche martedì 20 febbraio i tecnici Arpae erano attivi su tutti i territori emiliano romagnoli a monitorare le centraline che misurano la qualità dell’aria. Antonella Sterni e Tiziana Melfi erano a Modena: «Per quanto riguarda le PM10 sono possibili nelle città 35 sforamenti all’anno e Modena è già a quota 29, le cause sono soprattutto il riscaldamento e il traffico, ma certamente incidono anche l’ammoniaca e gli ossidi di azoto che provengono anche da agricoltura e allevamenti intensivi». Spiega Vanes Poluzzi, responsabile regionale qualità dell'aria di Arpae: «Per quanto riguarda le polveri sottili PM10 siamo ancora in una fase di inquinamento acuto soprattutto in Emilia tra Modena e Piacenza, anche nelle zone pedecollinari, dove i dati superano sempre del doppio i microgrammi consentiti comunque per uno sforamento. Purtroppo da un mese, dal 20-21 gennaio e con ben poche soste, nella Pianura Padana osserviamo un lungo fenomeno di alta pressione: arriva cioè aria calda subtropicale che sale in quota dove abbiamo così temperature superiori alla media di 6-7 gradi. Si scioglie così la neve, ma soprattutto l’aria calda in alto provoca aria fredda schiacciata più in basso causando una inversione termica tra pianura e montagna. In questo modo gli inquinanti restano nell’aria più fredda e si verifica una loro altissima concentrazione. Ma c’è un secondo problema importante: in tali condizioni dell’atmosfera alcuni composti reagiscono tra loro nell’aria stessa e formano nuove sostanze che anch’esse incrementano l’alta concentrazione di polvere sottili. Non ne siamo ancora certi: tra qualche giorno potrebbe arrivare un anticiclone che cambi la situazione, ma certamente occorre anche limitare le emissioni pro capite».

Ricordiamo, infine che a fine gennaio la Regione ha approvato il “Pair 2030 - Piano aria integrato regionale”, per la prima volta affiancato da un fondo di 155 milioni di euro. L’insieme è di oltre 60 “azioni” in cinque ambiti di intervento: città e aree di pianura, trasporti e mobilità, energia e biomasse per il riscaldamento domestico, attività produttive, agricoltura e zootecnia. Aiuterà a risolvere il problema? 

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