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Il lutto

È morta a 49 anni l’ex consigliera regionale Rita Moriconi

Chiara Cabassa
È morta a 49 anni l’ex consigliera regionale  Rita Moriconi

Nel 2018 l’arresto cardiaco fatale. Il ricordo: «Amica mia, anche oggi ci hai lasciato un messaggio di forza e dignità»

22 febbraio 2024
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Reggio Emilia Si è spenta mercoledì mattina 21 febbraio all’Hospice Casa Madonna dell’Uliveto, dove era ricoverata da una decina di giorni, l’ex consigliera regionale Rita Moriconi. Aveva 49 anni.

In una maledetta giornata di maggio, nel 2018, era stata colta da un arresto cardiaco, in casa. Da allora non si era più ripresa. Un lungo inquietante sonno. Che non si è mai interrotto. Nonostante le cure prestatele all’ospedale di San Sebastiano a Correggio. Con gli amici e i parenti che non hanno mai smesso di fare sentire a Rita il loro affetto. Quegli stessi amici che in queste ore, sui social e non solo, si stringono con parole struggenti a chi rimane. A partire dalla figlia Bianca, che aveva solo 10 anni quando la mamma fu colta da quel fatale malore, e dai genitori Susanna ed Ernesto.

Rita Moriconi era molto conosciuta in città e non solo. Nel 2010 venne eletta, tra le fila del Partito Socialista, nel listino dell’allora governatore Vasco Errani, nell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. In passato, prima di impegnarsi in politica, aveva lavorato per i Teatri e nella cooperativa Ccpl.

Chi ha avuto la fortuna di conoscerla la ricorda come una persona splendida, allegra, sorridente e dalla grande generosità. Una vera e propria esplosione di energia. Che si era spenta sei anni fa. Senza darle la possibilità di una seconda chance.

«Non c’è stato niente da fare – scrive in un post sulla sua pagina Facebook Deborah Dirani, ex ufficio stampa ma soprattutto grande amica di Rita – che solo a scriverla ‘sta frase, mi tremano le dita, perché “niente da fare” non si dovrebbe mai usare per una donna di 43 anni, che ha una figlia piccolina che sta crescendo da sola. E invece per te, per quel sonno in cui non avevi riposo, ma in cui piangevi inconsolabile a dispetto di ogni interpretazione, non c’è stato niente da fare. Non sono bastati scienza e preghiera, terapie e fioretti. Non ti sei mai svegliata e oggi ti sei addormentata per sempre». «Eppure – continua il post – amica mia, anche oggi, anche nella tua morte, anche nel momento più difficile della tua già difficilissima vita hai lasciato a noi un messaggio di forza e dignità interrompendo una vita che non era più vita, che era un corpo che soffriva e piangeva. Perché piangevi, Ritina mia, piangevi e nessuno riusciva a spiegarsi questi pianti disperati che non avevano nessuna connessione col presente e la realtà ma lasciavano intuire solo un dolore inesplicabile. Ora quel dolore non c’è più e io, che ti ho amata dalla prima volta che ti ho vista in ascensore in Regione, col tuo bellissimo vestito rosa, dovrei sentirmi sollevata. E invece mi sento sfinita, svuotata, disperata. Perché sono una codarda egoista che non è mai riuscita a venire a salutarti: mi bastava sapere che c’eri per far finta che il non sentirti più fosse solo una nostra forma di pigrizia». E ancora: «Tu mi hai salvata quando avevo perso tutto e mi mancava anche solo la voglia di alzarmi dal letto. Mi hai salvata offrendomi un lavoro che, solo più tardi ho scoperto, mi pagavi di tasca tua, coi tuoi soldi. Mi hai protetta e accolta e consolata. Come io ho cercato di fare con te nel tuo momento più difficile, quando la tua straordinaria bellezza venne usata contro di te da chi non sapeva niente di te. Ma anche lì, amica mia, rimettemmo tutti al loro posto. Insieme, vicine. E alla fine mi regalasti la tua borsa bella, quella che mi piaceva tanto. “Tienila tu. Voglio che la tenga tu”. Non so perché lo facesti, ma so che quella fu una delle ultime volte che ci vedemmo».

Così la salutano invece Bianca, mamma e papà: «Dopo tanto dolore ora respiri pace. Spiega le ali e vola incontro alla tua libertà. Avremo cura di te. Abbi cura di noi».

Chi vorrà salutare Rita lo potrà fare venerdì 23 febbraio, alle 11, al cimitero di Coviolo.

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