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Reggio Emilia, le Fiere verso l’ipotesi cessione: spunta l’interesse dei Maramotti

Reggio Emilia, le Fiere verso l’ipotesi cessione: spunta l’interesse dei Maramotti

Avviata una trattativa per l’acquisto dei padiglioni a undici milioni

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Reggio Emilia L’interlocuzione sarebbe avviata, ma ancora in una fase preliminare. Di certo l’interessamento c’è. E i padiglioni potrebbero entrare nell’orbita di Max Mara e della famiglia Maramotti, che una volta di più dimostrerebbero il loro attaccamento a Reggio e al suo territorio, puntando ancora su Mancasale e sull’Area nord.

Una nuova vita, dunque, all’orizzonte, per le fiere di Reggio, dopo la lunga partita della liquidazione terminata soltanto nel 2019 con l’offerta del correggese Giorgio Bosi, Ceo della Pibiplast Group, azienda che produce contenitori per prodotti cosmetici, che a sorpresa strappò a Terminal One i padiglioni rilanciando un’offerta fino 6.850.000 euro, ovvero 50mila euro in più rispetto ai competitor.

Da allora in molti si sono chiesti quale sarebbe stato il futuro delle fiere, che attraverso la società A.Mor Srl sempre della famiglia Bosi vennero messe a disposizione dell’Ausl per trasformarle in centro vaccinale durante la pandemia.

Adesso spunta una nuova prospettiva, che secondo i rumors potrebbe trasformare le fiere in uno dei luoghi più fashion della città, entrando nell’orbita del colosso Max Mara, che proprio a due passi da via Filangieri ha il suo quartier generale, ovvero quello stabilimento che è un vero e proprio simbolo di territorialità e internazionalizzazione del gruppo.

A due passi dai ponti di Calatrava e dalla stazione Av Mediopadana, quale luogo migliore per dotare Reggio di un nuovo polo della moda? Gli incontri preliminari fra le parti sarebbero già avvenuti. Ma sulla trattativa, che si troverebbe in fase preliminare, vige il massimo riserbo. C’è chi parla di una cifra attorno agli 11 milioni di euro. Oltre alla sede principale del gruppo, un progetto targato McAslan/Walzer che nel 2005 ha ottenuto il Royal Institute of British Architects nel 2005, Max Mara a Reggio ha altri quattro campus. Che ce ne sia in arrivo un quinto? Tra la sede del gruppo e le fiere, di fatto, ci sono solo i ponti di Calatrava.

Per i padiglioni delle fiere, in ogni caso, l’eventuale cessione da parte di Bosi rappresenterebbe l’ennesima puntata di una lunga storia costellata di grandi eventi e manifestazioni di carattere internazionale.

Le fiere infatti vennero inaugurate ufficialmente 35 anni fa, nel 1985. Per realizzarle, nel 1981, Comune, Camera di Commercio e Provincia insieme a cinque banche diedero vita alla Sofiser Spa. Nel 1987 la gestione venne poi affidata a Siper-Fiere di Reggio srl. Fra i soci, i principali attori del commercio e della politica reggiana: la Camera di Commercio, il Comune e Provincia, la Cna, l’Associazione Industriali, Par.Co, quattro associazioni agricole e altre cinque associazioni di categoria. Nel giugno 2009 avvenne poi la fusione tra Sofiser e Siper (società che si occupa della gestione del quartiere fieristico) e a gennaio 2012 nacque infine Reggio Emilia Fiere. Nel 2013 il Tribunale ammise Reggio Emilia Fiere al concordato preventivo.

Nel 2016 i locali vennero gestiti da La Bussola e dal 2018, invece, dalla cordata di imprenditori “Terminal One”. Cinque le aste deserte per l’acquisto dei capannoni. Poi l’offerta di Bosi. Ora un futuro da scrivere. O, nel caso sarà Maramotti, una nuova pagina da griffare. 



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