Gazzetta di Reggio

Reggio

L’incidente mortale

Ucciso da un pirata della strada «Una morte atroce, vogliamo giustizia»

Serena Arbizzi

	La vittima Giovanni Rinaldini e il luogo dell'incidente
La vittima Giovanni Rinaldini e il luogo dell'incidente

Reggio Emilia: travolto in scooter a Massenzatico, il 57enne Giovanni Rinaldini muore in ospedale. La rabbia dei famigliari

23 febbraio 2024
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Reggio Emilia Stava ritornando a casa dopo aver salutato la sorella, a Bagnolo, ma a causa di un impatto fatale contro un’Alfa Romeo Mito, guidata da un 27enne che non si è fermato per prestargli soccorso, non ha potuto fare rientro.

È spirato qualche ora dopo l’arrivo al Santa Maria Nuova, Giovanni Rinaldini, 57 anni, nato a Sassuolo ma residente a Casalgrande.

Giovanni stava percorrendo, in sella al suo scooter, via Beethoven, a Massenzatico quando, poco prima delle 20.30 di mercoledì, all’altezza del numero civico 51, è stato travolto da un’Alfa Romeo guidata da un 27enne reggiano. Lo schianto è stato devastante e le condizioni di Rinaldini, sbalzato dallo scooter, sono apparse subito gravissime ai soccorritori, arrivati con un’ambulanza e un’automedica, insieme alla polizia locale. Il 27enne, residente a Massenzatico, è stato rintracciato proprio dagli agenti, due ore dopo, seguendo le tracce lasciate dal radiatore bucato dell’auto lungo l’asfalto.

Inoltre, testimoni hanno riferito di avere visto un’auto bianca allontanarsi dal luogo dell’incidente. Il giovane è stato sottoposto ai test tossicologici ed è stato denunciato per omissione di soccorso e omicidio stradale. A carico del giovane verrà aperta un’indagine con cui sarà ricostruita l’esatta dinamica dello schianto.

Dalle prime ricostruzioni, l’Alfa Romeo avrebbe invaso la corsia di Rinaldini, ma devono ancora essere effettuati tutti gli accertamenti del caso.

La salma ora è a disposizione della Procura, al Santa Maria Nuova, mentre lo scooter e l’Alfa Romeo sono stati posti sotto sequestro. Verranno passate al setaccio anche le immagini delle telecamere presenti in via Beethoven e saranno ascoltati i testimoni. Diverse persone si sono accorte dell’impatto, avvenuto in pieno centro abitato.

La polizia locale è rimasta per ore sul luogo dell’incidente mercoledì sera e ha effettuato un nuovo sopralluogo ieri mattina per prendere tutti i rilievi del caso. Molte tracce del liquido perso dal radiatore dell’auto, infatti, erano presenti anche a distanza di ore dall’impatto mortale.

Sono comprensibilmente distrutti i fratelli di Giovanni Rinaldini, Luciano e Barbara. «Vogliamo giustizia per Giovanni. Da quanto ci hanno spiegato, mio fratello si è trovato la corsia invasa da quest’auto e ha fatto un frontale – dice Luciano –. Poi questa persona, nonostante avesse il radiatore della macchina bucato, è scappata. Un vicino ha chiamato subito la polizia locale, che ha seguito i segni sull’asfalto e rintracciato subito il conducente. Io sono andato lì con la speranza che mio fratello fosse vivo, ma la botta è stata troppo grande. Del resto, dopo un frontale del genere cosa si può fare? Mio fratello era una brava persona, tranquilla, amava le sue piante, non ha mai avuto problemi con nessuno. Aveva qualche difficoltà di salute. Gli piaceva moltissimo il giardinaggio».

«Ogni tanto veniva a trovarmi, a Bagnolo – aggiunge la sorella Barbara –. Un tempo mi aiutava nella mia attività di cartoleria. Poi ha avuto qualche problema di salute e negli ultimi tempi mi veniva a trovare per stare in compagnia. Lui amava la natura, la botanica, era una persona straordinaria. Avevamo già perso i genitori in circostanze di grande sofferenza. E ora è toccato a lui... Al momento dell’incidente, stava tornando a casa dopo essere stato da me. L’impatto è stato devastante: vogliamo sapere a che velocità viaggiasse il conducente dell’auto, che non si è nemmeno fermato. Vogliamo giustizia per questa morte atroce. Ci auguriamo che emerga la verità su quanto è accaduto in quei terribili momenti».