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«Insegnando la lingua dei segni sono diventato famoso in Giappone»

Nicolò Valli
«Insegnando la lingua dei segni sono diventato famoso in Giappone»

Il riscatto di Rudy Orlandini da Reggio Emilia diventato star sui social

26 febbraio 2024
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Reggio Emilia Pochi mesi fa ha scelto di trasferirsi in Giappone, a Kyoto, dove attualmente vive con la moglie e col figlio di pochi mesi, lavorando come videomaker per scuole e attività artigianali. Lì, quasi per gioco e anche grazie alle sue abilità con tecnologia e informatica, ha cominciato a cimentarsi con video in cui insegna la lingua dei segni italiano ai giapponesi.

E a sorpresa, “reel” dopo “reel”, è diventato una vera e propria star. Rudy Orlandini, reggiano prossimo a compiere 33 anni, vanta oggi oltre 16mila seguaci su Instagram, oltre a quelli su Facebook e un canale Youtube. «In giro per le strade mi fermano come un personaggio famoso per chiedermi dei selfie», racconta l’influencer Rudy, uno dei tre soci di Ânma Winebar, il primo locale nella storia di Reggio gestito da sordi. Un’attività che gli ha fatto prendere fiducia e lo ha di fatto lanciato, nonostante le difficoltà e i pregiudizi.

Per lo stesso Orlandini si tratta di una rinascita: recentemente ha partecipato in Giappone anche a un concorso video realizzato da persone sorde, classificandosi al terzo posto e ricevendo una targa premio.

Rudy, com’è nata la sua popolarità?

«Le persone hanno cominciato a conoscermi quando ho iniziato ad avvicinarmi alla comunità sorda giapponese. Affascinati dalla mia storia, mi hanno chiesto di poter fare alcuni seminari per poter raccontare la mia esperienza».

Da cosa è partito?

«Sin da piccolo avevo sempre quella sensazione di voler fare di più per aiutare le persone a trovare la fiducia in loro stessi, a prescindere dai problemi. Ho così pensato: “Perché non le incoraggio esprimendomi con la lingua dei segni, attraverso dei semplici video?”. Era da tanto tempo che volevo iniziare, ma in qualche modo non riuscivo a sbloccarmi, forse temevo il giudizio delle persone».

Poi cosa è cambiato?

«Dopo il mio trasferimento in Giappone in qualche modo ho trovato sicurezza e mi sono lanciato. Inizialmente volevo farlo solo per dare sfogo ai miei pensieri e alle mie emozioni; non immaginavo che i miei video sarebbero girati per tutta la comunità sorda nel mondo, attraverso la potenza di Instagram».

Che effetto le fa vedere che estranei la fermano per strada come se fosse un cantante o calciatore?

«Mi riconoscono ormai tutti, recentemente anche in Italia. Dato che io sono una persona riservata e timida, mi ha sorpreso tantissimo questa cosa, anche se mi fa piacere perché molti mi ringraziano per il supporto morale ricevuto e per qualche sorriso in più. I ringraziamenti sinceri delle persone mi ricompensano».

Perché i suoi video hanno così successo?

«Se i miei video piacciono a tante persone, sordi e non, penso sia perché ciò che mi esprimo rispecchia situazioni di vita reale delle persone, come la solitudine, sofferenza, disabilità. La lingua dei segni è una comunicazione “insolita” per le persone udenti e anche questo favorisce la diffusione e l’apertura culturale e mentale».

Può diventare un vero e proprio lavoro?

«Ho iniziato a postare i video su Instagram da meno di un anno, ora sto ricevendo alcune proposte lavorative come insegnante della lingua dei segni italiana, come modello, come partecipante di qualche programma tv. Il mio obiettivo rimane però quello di diffondere coraggio, fiducia e serenità nelle persone, oltre ovviamente anche all’apertura culturale. Un giorno mi piacerebbe creare qualcosa di grande, di effettivamente concreto, per poter dare una mano a tutti quelli che ne hanno bisogno». 

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