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Il processo

Appaltopoli. Le richieste dell’accusa. «Condannate Gnoni a 11 anni»

Ambra Prati
Appaltopoli. Le richieste dell’accusa. «Condannate Gnoni a 11 anni»

Pesa la corruzione sull’ex capo dei servizi legali del Comune

01 marzo 2024
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Reggio Emilia Tredici richieste di condanne (le più elevate sono gli 11 anni proposti per il principale imputato Santo Gnoni, ex dirigente dei servizi legali del Comune ed ex componente della Commissione tributaria provinciale, e 4 anni e 6 mesi per Roberto Montagnani, responsabile dell’Ufficio Appalti); tre richieste di assoluzione (Nando Rinaldi, Alessandro Lucci e Luigi Severi); tre posizioni prescritte (Anna Messina, Valeria Sborlino e Daniela Agosti) per un capo d’imputazione per falsità ideologica in atto pubblico che sparisce. Queste le richieste dell’accusa - i pm Giulia Stignani e Valentina Salvi - arrivate giovedì 29 febbraio alle 14, al termine della requisitoria dell’accusa nell’ambito del processo “Appaltopoli”, l’indagine partita nel 2016 e deflagrata con le perquisizioni in municipio a Reggio nel 2019 per un presunto sistema di appalti pilotati per far vincere i soliti noti, secondo la procura. Se il quadro accusatorio sarà confermato rimarrebbero quindi 13 imputati su 20.

La richiesta di condanna più pesante riguarda Santo Gnoni, perno dell’inchiesta nata dalla corruzione. Sugli undici anni proposti per Gnoni a pesare di più sono gli episodi che lo riguardano personalmente: 7 anni per corruzione continuata (dal 2015 la pena è stata innalzata da 6 ai 10 anni) per il bando di consulenza e brokeraggio assicurativo di Union Brokers (secondo l’accusa Gnoni e Ermes Ruozzi, che ha patteggiato, si sarebbe dato da fare in cambio dell’assicurazione sulla sua casa mai pagata dal 2012 al 2019) e per la pretesa di farsi riparare l’auto gratis dall’Autofficina Reggiana di via Fratelli Cervi poiché come giudice tributario «aveva in mano» la loro pratica. Mentre i 4 anni e 3mila euro di multa sono per turbata libertà degli incanti per i bandi del servizio legale, del nido d’infanzia Maramotti, della sicurezza stradale a favore dei Corradini e del bando sosta. Sono invece cadute per prescrizione le accuse di falso in atto pubblico e rivelazione di segreto d’ufficio.

Chiesti 4 anni e 6 mesi più 3.500 euro di multa, sempre in virtù dell’aumento di pena per la continuazione, per Roberto Montagnani, che deve rispondere di turbata libertà degli incanti e falso ideologico in atto pubblico per (quasi) gli stessi bandi di Gnoni.

Per falso ideologico in atto pubblico chiesti 2 anni e mille euro di multa per gli avvocati Matteo Fortelli e Roberta Ugolotti; secondo i pm Salvi Gnoni teneva particolarmente al «bando di quei ragazzi» (che hanno lavorato per il Comune «dal 2008 al 2016 senza soluzione di continuità») «non per disinteresse, ma perché per Gnoni erano dipendenti suoi anche se pagati dal Comune: gli scrivevano le sentenze della commissione tributaria».

Le altre richieste di condanna dell’accusa riguardano il reato di turbata libertà degli incanti: 2 anni per l’avvocato Paolo Coli, per aver fatto il favore a Gnoni di curare il bando servizi legali; 2 anni e mille euro di multa per Alessandro Meggiato, che presiedeva la commissione di gara per il maxi bando della sosta; 2 anni e mille euro di multa per Paola Cagliari, Anna Maria Mazzocchi, Tiziana Tondelli e Stefano Vaccari per il bando nido Maramotti; 2 anni e mille euro di multa per Vincenzo e Lorenzo Corradini e per l’avvocato Giuseppe Altieri, che li affiancò nella trattativa dell’affidamento di ripristino stradale, «merce di scambio» per sanare il debito milionario del Comune. Chiesto un anno e 6 mesi per l’ex assessore Mirko Tutino che, rivelando in anticipo i vincitori di due gare, si sarebbe macchiato di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.

Sulle richieste di assoluzione, secondo i pm sul caso Union Brokers «la corruzione è provata, ma non la responsabilità di Luigi Severi poiché non è emersa la consapevolezza della situazione debitoria di Gnoni». Chiesta l’assoluzione per non aver commesso il fatto per Nando Rinaldi, dirigente dell’Istituzione Nidi. 

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