Gazzetta di Reggio

Reggio

Il caso

Reggio Emilia, esibizionista a processo: si mostrava nudo davanti alle studentesse

Ambra Prati
Reggio Emilia, esibizionista a processo: si mostrava nudo davanti alle studentesse

E’ accusato di atti osceni in luogo pubblico e violenza sessuale aggravati: uno degli episodi avvenuto davanti a scuola

02 marzo 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Si sarebbe esibito in atti di autoerotismo, in tre episodi diversi in città e in provincia, davanti a una decina di studentesse dell’istituto professionale Filippo Re.

Un giovane reggiano di 25 anni, residente a Cavriago, è finito alla sbarra con le accuse pesantissime di atti osceni continuati in luogo pubblico e violenza sessuale aggravata su minorenni.

La vicenda, che all’epoca aveva creato grande allarme sociale, è ora approdata in tribunale.

Tutto inizia il 13 febbraio 2020, quando sono arrivate al 113 diverse telefonate allarmate da parte di genitori che erano andati a prendere le figlie all’uscita da scuola. Un gruppo di ragazzine aveva raccontato di un giovane che si appostava, abbassava le mutande e compiva gesti di autoerotismo. Sul posto è arrivata la polizia, che si è messa alla ricerca del responsabile.

Passato qualche mese, il secondo episodio: il 23 giugno 2020 altri genitori hanno allertato i carabinieri segnalando la presenza di un esibizionista in piazza Lenin a Cavriago, vicino al busto compassato del rivoluzionario. Una mamma scandalizzata ha perfino scattato una fotografia del maniaco, foto poi finita agli atti. Un mese dopo, il 27 luglio, l’esibizionista che prendeva di mira le ragazzine è riapparso nel parco pubblico adiacente al palazzetto dello sport di Cavriago.

Per questi tre episodi, al termine dell’indagine guidata all’epoca dal pm Giacomo Forte, il 25enne è finito a processo perché, secondo il capo d’imputazione, «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in luogo pubblico abitualmente frequentato da minori, compiva atti osceni consistiti nell’esporre i genitali e nel compiere gesti di autoerotismo in modo da essere visto dalle studentesse; con l’aggravante di aver commesso il fatto nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori, essendosi appostato in luogo di passaggio dei minori usciti dalle scuole di viale Trento e Trieste all’altezza di via Piccinini di Reggio Emilia, in piazza Lenin e nel parco pubblico a Cavriago».

Sono una decina le studentesse prese di mira che hanno sporto regolare denuncia.

L’istruttoria è appena iniziata davanti al giudice monocratico Giovanni Ghini. In tribunale sono sfilati i primi testimoni dell’accusa, cioè i poliziotti e i carabinieri che intervennero all’istituto professionale Filippo Re e a Cavriago, i quali hanno riferito di aver raccolto sul posto i racconti delle studentesse e dei genitori per cercare di risalire all’autore.

Da parte sua il 25enne nega con forza gli addebiti. Nel primo episodio, a suo dire, si trovava nel cortile di un condominio in via Piccinini (quindi in luogo privato) e si stava sistemando i vestiti; in piazza Lenin il giovane fotografato non sarebbe lui; mentre nel parco si sarebbe nascosto dietro una siepe.

La tesi dell’avvocato difensore Nino Ruffini intende smentire la circostanza del luogo pubblico, presupposto indispensabile per il reato di atti osceni, mentre sulla violenza sessuale si sottolinea che non c’è stato contatto fisico.

«Il mio assistito non è un esibizionista – afferma l’avvocato Ruffini –. Per ciascun episodio siamo in grado di fornire una ricostruzione dei fatti diversa, che esclude qualsiasi profilo di responsabilità penale». Da notare che l’imputato non è una persona disagiata. «Ha condizioni di vita normali, ha un lavoro e una fidanzata. A nostro avviso c’è stato uno scambio di persona».