Gazzetta di Reggio

Reggio

Reggio Emilia

Tra elementari e medie 300 iscritti in meno. «Scuole: mancano servizi sul tempo pieno»

Tra elementari e medie 300 iscritti in meno. «Scuole: mancano servizi sul tempo pieno»

Tredici servizi educativi pomeridiani, venti dopo scuola, ma non basta. L’assessora Curioni: «Servono politiche pubbliche nazionali e lungimiranti»

02 marzo 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia «Le iscrizioni all’anno scolastico 2024/2025 si sono concluse da poco, ma il confronto e il lavoro congiunto di scuole, amministrazione comunale e ufficio scolastico territoriale si è già avviato». Lo afferma l’assessore all’Educazione, Raffaella Curioni, che analizza i dati delle iscrizioni: «Il primo elemento che balza agli occhi è che il fenomeno di un annunciato calo della popolazione scolastica complessiva (circa 200 bambini in meno nel ciclo primario e circa 100 nel ciclo secondario di primo grado) si sia incrociato in modo evidente con un cambiamento delle richieste delle famiglie, secondo un trend già presente e conosciuto di un aumento di domande per il tempo pieno nella scuola primaria – afferma Curioni – Il primo effetto tangibile è quindi la saturazione dei tempi pieni esistenti e il rischio di non attivazione di alcune classi prime a tempo normale, rimaste sotto le soglie minime di iscrizioni. Reggio è in prima linea sul diritto ad un tempo scuola prolungato, riconoscendo in esso un modello educativo vincente. In questa direzione va l’importante investimento di fondi Pnrr dedicati alla costruzione di 5 nuove sale da pranzo in altrettanti plessi della città, dove il tempo pieno non esiste o andrebbe potenziato».

«Da tempo – prosegue l’assessore – stiamo lavorando con gli uffici scolastici per rappresentare questa situazione, che vede la nostra città in netto svantaggio rispetto a territori limitrofi e che risulta faticosa e non più sostenibile per famiglie e studenti che ogni anno dispongono di un tempo scuola, che oggi non coincide più con i bisogni e che non garantisce quel diritto allo studio e all’apprendimento che solo una scuola aperta oltre le ore 13 può e deve garantire. Il Comune si distingue per destinare una consistente parte di bilancio a proposte educative pomeridiane che mirino anche ad alleggerire i problemi di conciliazione vita-lavoro delle famiglie. Sono 13 i servizi educativi pomeridiani che offrono gratuitamente, a circa 450 bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni, due pomeriggi ulteriori rispetto all’orario scolastico per compiti ed altre attività educative ed espressive di gruppo. Accanto a questi 13 servizi, da circa due anni il Comune ha finanziato una rete di 20 doposcuola organizzati dal privato sociale (cooperative, associazionismo e parrocchie) che offrono, per la stessa fascia d’età, uno o due pomeriggi per compiti ed altre attività aggregative. Con questa politica il Comune offre un tempo educativo extrascolastico a più di 1. 000 bambini e ragazzi».

L’assessore punta il dito contro il governo Meloni: «Questa preziosa politica non può e non vuole sostituire la necessità di tempo pieno. L’Amministrazione comunale è impegnata per limitare i disagi di quelle famiglie che non vedranno accolte le loro prime scelte di iscrizione. In alcune zone della città, ad esempio abbiamo già progettato di estendere o potenziare il servizio di trasporto scolastico per agevolare gli spostamenti casa–scuola. È previsto, anche per il prossimo anno scolastico, un servizio di ingresso anticipato e uscita posticipata per andare incontro alle esigenze di chi dovesse accettare un’iscrizione in un plesso scolastico diverso da quella immaginato in prima istanza. Ma siamo consapevoli che questo sforzo non basta più. Servono politiche pubbliche nazionali e lungimiranti che aiutino gli enti locali ad occuparsi del bene più prezioso di una città: la comunità scolastica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA