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Lo schianto mortale nel Bresciano

«Mamhoud era un ragazzo d’oro: viaggiava per passione e lavoro»

Nicolò Valli
«Mamhoud era un ragazzo d’oro: viaggiava per passione e lavoro»

Il 23enne, che lavorava all’Elettric 80, è morto dopo un incidente in provincia di Brescia

06 marzo 2024
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Reggio Emilia Lacrime e sgomento nella comunità marocchina reggiana per Mahmoud Bel Mziouka, morto nel primo pomeriggio di lunedì 4 marzo in un incidente stradale a Esine, nel Bresciano, sulla Statale 42.

Mamhoud aveva 23 anni, era nato in Marocco ma ha vissuto gran parte della sua vita a Reggio. A novembre avrebbe compiuto 24 anni, compleanno che purtroppo non festeggerà mai. Lunedì pomeriggio era sull’auto aziendale per uno dei tanti viaggi di lavoro che era solito fare quando, per motivi ancora in corso di accertamento, la vettura si è schiantata contro un autoarticolato, a pochi chilometri dall’ospedale Valcamonica.

Per il giovane non c’è stato purtroppo nulla da fare, nonostante l’arrivo tempestivo di un’ambulanza. Indagano ora i carabinieri di Breno; sul posto erano intervenuti anche i vigili del fuoco per estrarre il corpo dalle lamiere.

Un sorriso, quello di Mamhoud Bel Mziouka, privato troppo presto delle bellezze del mondo, quello stesso mondo che amava scoprire in ogni sua sfaccettatura. «Mahmoud lavorava all’Elettric 80 e aveva coronato il suo sogno – ci racconta il cognato Roberto Drago, avvocato –. Un primo colloquio post diploma con la nota ditta di Viano non era andato a buon fine, ma lui non aveva mollato; aveva infatti frequentato dei corsi e, un paio di anni fa, ci aveva riprovato. Era così arrivata l’assunzione come programmatore. Abitava a Reggio insieme ai suoi genitori, ma non era praticamente mai a casa in quanto viaggiava tantissimo per lavoro. Amava infatti scoprire anche i continenti più lontani ed era riuscito a conciliare tempo libero e lavoro. Lavorare per un’azienda così importante, inoltre, lo riempiva d’orgoglio».

Un equilibrio rotto dal tragico incidente: «I carabinieri lunedì sono andati a casa di Mahmoud per avvisare i suoi genitori ma non c’era nessuno – prosegue Roberto – così è toccato a mia moglie Soukhaina, una delle due sorelle di Mamhoud che era il più piccolo di tre figli, sapere per prima della tragedia». Impossibile non provare commozione per un ragazzo che l’avvocato definisce buono e generoso: «Lo chiamavo Frizz, diminutivo di frizzante – prosegue il cognato – perché proprio così era lui, vivace e dinamico. Era appena tornato da un viaggio di tre settimane a Dubai. Un’altra sua passione era la palestra e ogni volta che poteva, in ogni parte del mondo, faceva body building. In generale, comunque, il suo carattere solare lo rendeva amato da tutti: si faceva volere davvero bene».

Un messaggio di cordoglio è arrivato anche da Enrico Grassi, patron di Elettric 80: «Mi hanno avvisato poco fa e non sono a conoscenza delle dinamica, se non che fosse in giro per motivi lavorativi come tanti altri nostri tecnici – ha affermato  l’imprenditore – posso solo dire che mi dispiace tantissimo, tutti sanno quanto io tenga ai miei dipendenti e collaboratori. Purtroppo la vita riserva anche queste sorprese».

Sul corpo di Mahmoud Bel Mziouka non sarà eseguita l’autopsia: la salma sarà presto trasportata a Reggio, ma il ragazzo sarà seppellito con rito islamico nella sua città natale di Settat, vicino a Casablanca. La morte di Mamhmoud Bel Mziouka è la terza nel giro di pochi mesi di ragazzi di origine marocchina cresciuti a Reggio Emilia. A novembre, nel tremendo incidente accaduto a Caprara, a morire furono Hicham Outtas e Anuar Mastaki, rispettivamente di 21 e 19 anni.

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