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Elezioni amministrative – L’intervista

Tarquini: «Felice della compattezza ritrovata a centrodestra ma il progetto resta civico»

Evaristo Sparvieri
Tarquini: «Felice della compattezza ritrovata a centrodestra ma il progetto resta civico»

Reggio Emilia: parla il candidato sindaco sostenuto da Fdi, Lega e Forza Italia. «Bibbiano? Continuerò a difendere Carletti»

06 marzo 2024
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Reggio Emilia «Sono particolarmente lieto della notizia dell’appoggio alla mia candidatura, che resta legata ad una iniziativa e dunque a una lista civica, e della compattezza ritrovata in tutta l'area del centrodestra che con piena condivisione di intenti ha dimostrato un grande senso del futuro e del possibile cambiamento, in uno spirito di piena collaborazione». E poi: «È arrivato il momento di presentarci alla città, cosa che faremo a breve, e soprattutto di iniziare a lavorare sui contenuti e sui tanti temi che necessitano di attenzione».

Ora c’è chi era pronto a scommetterci. Ma il percorso è stato più accidentato di quello che poteva sembrare inizialmente, nonostante l’avvocato Giovanni Tarquini abbia sempre mantenuto fede alla sua linea. È lui il candidato sindaco di tutto il centrodestra, scelto dopo settimane di ripensamenti, soprattutto a livello nazionale da parte di FdI, che sembravano aver messo in dubbio la sua corsa unitaria.

Avvocato Tarquini, quando ha saputo che le riserve su di lei si erano sciolte?
«L’ho saputo praticamente come tutti gli altri. Io non ho mai cercato divisioni. Non era il mio obiettivo. Se ci fosse stata una scelta diversa sarebbe stata accettata, così come accetto e sono lieto la scelta sia tornata su di me in modo compatto. Mi sarebbe davvero dispiaciuto essere motivo di divisione, mi sono comportato senza alcun desiderio di esser preferito ad altri. Magari sono stati fatti ragionamenti e valutazioni che io non conosco. Io ho confermato la mia disponibilità e in questo senso sono contento di come sia andata».

Lei ha mantenuto sempre la stessa linea e ha annunciato la candidatura senza tirarsi indietro. Di fronte al lungo tira e molla, ha mai pensato di ritirarsi?

«È vero, ho mantenuto sempre la stessa linea. Ma ripeto, mi sarebbe dispiaciuto essere motivo di divisione. Di fronte alla prospettiva di una possibile spaccatura non mi sono tirato indietro perché ho pensato che fra forze politiche storicamente e fisiologicamente vicine la spaccatura potesse ricomporsi. In caso contrario non so cosa avrei fatto, ma la scelta fatta ora mi toglie di certo un cruccio. Ma a livello locale le forze del centrodestra hanno sempre avuto grande coerenza, sin dall’inizio. Magari qualche resistenza è venuta da fuori per dinamiche che non riguardano la città».


Spesso si è fatto riferimento al suo incarico di difensore del sindaco Pd di Bibbiano, Andrea Carletti. Lei non ha mai fatto mistero di voler continuare questo suo impegno lavorativo, anche quando proprio il suo lavoro di avvocato sembrava un ostacolo alla candidatura. Continuerà a difendere Carletti?

«Assolutamente sì. Io sono un avvocato e faccio l’avvocato e mi muovo per l’affermazione dei diritti e della tutela dei miei assistiti, compreso il sindaco Carletti, in una delle vicende giudiziarie più note. In nessun caso avrei rinunciato alla sua difesa, l’esercizio della professione è qualcosa di diverso dalla politica».

Non crede che però tutte queste settimane di ripensamenti le abbiano fatto perdere tempo e quindi terreno nella corsa a sindaco?

«Bisogna cogliere il buono da tutte le situazioni. Quindi penso che queste riflessioni per arrivare a una soluzione, abbiano un valore propositivo e positivo. Il tempo per fare le cose c’è, così come quello per studiare ciò che va approfondito nella prospettiva di una campagna elettorale. Non c’è tempo perso. Ci sono state riflessioni e ragionamenti che hanno irrobustito la compattezza della proposta».

Lei insiste molto sul progetto civico, ma ora ha davvero tutto il centrodestra nella colazione. Non crede che possa essere “fagocitato” dai partiti?

«Io non ho appartenenze politiche, non sono mai stato tesserato. La mia resta un’iniziativa civica in senso puro, inteso come approccio lavorativo per risolvere i problemi e trovare soluzioni, fuori dalle dinamiche dei partiti. Poi in politica per poter dire o fare qualcosa occorrono i numeri. Le forse politiche li danno, perché lavorano nel territorio. Con le forze di centrodestra, come ho avuto modo di dire, ho una sostanziale condivisione di principi e valori. Ho un’affinità di pensiero con i riferimenti di quell’area ma resto civico, anche se questa parola a qualcuno potrebbe non piacere. Non ho mai fatto parte di nessuno schieramento. E quando si entra in una competizione politica penso lo si possa fare anche da profilo civico che ha affinità con il centrodestra. Dire che sono politico ce ne passa... anche in termini di militanza e di esperienza».

La sua prima mossa da candidato?

«Faremo una presentazione con tutti gli amici che sostengono il progetto. Chi è più bravo di me mi indicherà la strada, poi ci metteremo al lavoro su temi specifici prima di elaborare un programma. Ci sono tanti temi da affrontare e non esistono formule magiche, ma esiste una prospettiva di lavoro su cui ci sarà massimo impegno di tutti gli amici che mi hanno supportato».

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