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L’esperta

«Il cavallo non è aggressivo, ma per paura o felicità può essere imprevedibile»

Jacopo Della Porta
«Il cavallo non è aggressivo, ma per paura o felicità può essere imprevedibile»

Parla Susanna Cottica dirige la rivista “Cavalli &Cavalieri” dopo l’incidente costato la vita ad Arianna Giaroli, 13 anni

09 marzo 2024
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«I cavalli non hanno mai cattive intenzioni. La loro natura dipende dal fatto di essere prede, non predatori. Non hanno aggressività. I cavalli possono però fuggire per paura oppure semplicemente avere manifestazioni di gioia, allegria, esuberanza. Quindi, essendo animali di dimensioni grandi, possono anche colpire senza farlo di proposito». Susanna Cottica è direttrice della rivista Cavalli &Cavalieri, rivista di sport equestri, con un percorso di studi nell’ambito degli interventi riabilitativi con gli animali. Interpellata per spiegare le caratteristiche dei cavalli, in qualità di esperta, Cottica tiene a fare una premessa: «Io non ero presente in quel centro ippico in cui è avvenuto l’incidente e dunque esprimo ovviamente concetti generali».

Arianna Giaroli, vittima del tragico incidente che le è costato la vita a 13 anni, non era in sella quando è stata calciata. «La conduzione del cavallo a mano - spiega Cottica - fa parte della preparazione di chiunque voglia approcciarsi a un cavallo. Ci vogliono il comportamento corretto, la massima attenzione e il controllo costante mentre si accompagna l’animale. L’imprevedibilità nel comportamento del cavallo è tipica della sua natura di animale predato, emotivo e estremamente sensibile, che fugge di fronte a segnali di pericolo. Teniamo presente che i cavalli, proprio per natura, non hanno mai cattive intenzioni ma reagiscono con la fuga a stimoli improvvisi». Le motivazioni che possono spingere il quadrupede a un movimento improvviso sono tante. «Uno spavento, ad esempio, o la felicità, quella che chiamiamo la rallegrata».

Termine che indica quando l’equino fa un salto improvviso per esprimere allegria. I rischi Nell’equitazione, come in qualsiasi altro sport, non esiste il rischio zero, per quanto esistano buone pratiche e precauzione per ridurli. «Purtroppo, sono cose che possono accadere. Gli incidenti accadono sempre, in bicicletta o sugli sci. Come ho detto, però, va capito che il cavallo non colpisce mai volontariamente le persone perché fondamentale la sua reazione di fronte al pericolo è quella di fuggire. Possono, però, reagire in modo imprevedibile». Precauzioni Per ridurre i rischi vi sono diverse norme da seguire quando ci si avvicina a un cavallo, anche se ogni esemplare ha un suo temperamento. Parlargli serve ad evitare che sia colto di sorpresa, così come avvicinarsi dal davanti, in modo da essere visti, e mai da dietro, anche se è legato. Determinati segnali, come le orecchie abbassate, mostrano nervosismo e dunque posso preludere a reazione di difesa. Bisogna sempre essere concentrati e mostrarsi calmi.

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