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Dalla cucina alla barca a vela: la seconda vita di Paolo Montagna

Ambra Prati

	Paolo Montagna detto Cerla, 55 anni
Paolo Montagna detto Cerla, 55 anni

Reggio Emilia: l’ex titolare del Lord Nelson e del Jack Club, ha ristrutturato il 14 metri “Tutto fuori” e organizza viaggi all inclusive

11 marzo 2024
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Reggio Emilia Nell’home page del sito (farina del suo sacco) svetta l’immagine fluttuante dell’acqua, simbolo di libertà. E della libertà Paolo Montagna detto Cerla, 55 anni appena compiuti, noto ristoratore reggiano, ha fatto il suo faro, lasciando i fornelli per organizzare mini crociere all inclusive di turismo esperienziale.

Non a caso Cerla si autodefinisce “nomade digitale”, definizione che indica «una persona oppressa da dinamiche socio economico, abitative o relazionali del luogo dove abitualmente risiede che decide di sparire con un laptop nello zaino e lavorare da remoto con probabile vista oceano».


Montagna è molto conosciuto in città per l’attività decennale nel campo della ristorazione: ha gestito prima il ristorante birreria “Il paradiso degli asini” di Albinea, dal 2004 al 2009 la birreria Lord Nelson all’epoca in via San Martino e infine il circolo Jack Club di via Fratelli Cervi a Pieve Modolena. «Ho passato una vita nella ristorazione, è un mestiere che amo. Tuttora nei mesi invernali quando c’è poco lavoro faccio il maitre a Milano», ci spiega Montagna da Porto Venere dove si trova in barca per un corso di vela. Il vulcanico 55enne ha passato la giovinezza nel settore turistico. «Ho iniziato come animatore nei villaggi, poi ho fatto l’assistente di terra e l’accompagnatore. Mi piaceva, ma con la crisi seguita all’11 settembre 2001 ho dovuto lasciare». Un’altra sua passione, risalente all’infanzia, è il mare e la nautica. «Dal 2001 vado in barca a vela. Dal 2017 collaboro con la Scooba & Sail, il circolo di attività subacquee reggiano che rilascia più brevetti sub delle città costiere. E da bambino a Porto Cesareo passavo intere giornate sui pescherecci».

Ceduti i locali, dopo una parentesi come creator digitale, è arrivata la folgorazione. «L’occasione è stata una barca, ormeggiata in banchina a San Benedetto del Tronto e senza nessuno a bordo, che a causa di un corto circuito è andata a fuoco: l’incendio ha distrutto tutti gli interni, gli strumenti e l’arredo ma non l’esterno». Da qui l’idea. «Un mio amico d’infanzia, Emidio Di Girolamo, ha un cantiere nautico dove ripara qualsiasi tipo di imbarcazione. Abbiamo deciso di comprare la nave e ristrutturarla per poi utilizzarla per mini crociere: è costato un anno di lavoro e 60mila euro (costo di fabbrica) ma nell’autunno scorso la nostra “Fuori tutto” di 14 metri (è omologata per 11 persone, ma per garantire il massimo comfort portiamo solo 4 ospiti per volta) era pronta».

Un bel salto. «Dopo 5-6 anni ho sempre cambiato lavoro, non amo essere legato. La vita mi piace prenderla a morsi e sono sempre stato in viaggio. Non posso assentarmi troppo a lungo da Reggio a causa di mio padre, che ha 85 anni; tuttavia passare cinque mesi all’anno in mare aiuta a soffrire meno l’aria della pianura padana».

Gli amici reggiani che dicono? «Sono invidiato, mi vedono sui social e mi dicono: beato te. Mi ritengo fortunato. Forse non avrò mai una pensione, ma avrò vissuto bene. Spero di finire la mia esistenza a bordo».

Montagna ha allestito un sito web e, con l’aiuto di moglie e figlio del socio, ora si appresta ad aprire la prima stagione di Vitalyca (www.vitalyca.it, che richiama Italy), la società – quest’anno alla sua prima stagione, che si aprirà in giugno per finire in ottobre – nata per offrire vacanze in barca a vela.

«Abbiamo scelto la formula all inclusive, tipicamente americana: di solito chi va in barca assolda uno skipper e paga a parte altre voci come cambusa e carburante, mentre le nostre tariffe (da 1.300 euro a settimana per persona a un massimo di 1.450 euro per agosto) sono tutto compreso. I clienti non si devono preoccupare di niente e apprezzano. Un’altra particolarità è che ogni viaggio è one way: prendiamo l’ospite in un aeroporto e alla fine lo accompagniamo in un altro aeroporto, in modo che faccia esperienze sempre nuove. Senza contare che la vacanza è cucita su misura in base alle preferenze del singolo: c’è chi è appassionato di fotografia, chi ama la buona tavola...e in tal caso subentro io».

Le prenotazioni per le mete di quest’anno (Montenegro, Croazia, Grecia Ionica, isole Tremiti e Albania) stanno arrivando. «Abbiamo già venduto a torinesi e romani, contiamo di riempire le 16 settimane. Prometto che farò lo sconto ai reggiani che parlano in dialetto». Il progetto, tuttavia, è più ambizioso. «L’obiettivo è fare il tour del Mediterraneo nel 2026: c’è già l’itinerario, dall’Italia alla Turchia fino a Gibilterra. Poi chissà».