Gazzetta di Reggio

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L’ultimo saluto

L’addio ad Arianna sulle note dei Maneskin

Gabriele Canovi
L’addio ad Arianna sulle note dei Maneskin

In 300 al funerale della 13enne morta colpita da un cavallo nel maneggio di San Martino in Rio

12 marzo 2024
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San Martino in Rio Lacrime, abbracci e commozione. Poi, le note dei Maneskin e della loro canzone “The loneliest”, uscita dalle casse e cantata anche dai genitori di Arianna nel tentativo di cercare quella forza necessaria per affrontare un momento così difficile. Erano più di trecento le persone che ieri si sono radunate in via Lenin, alla Funeral home Terracielo di Carpi, per l’ultimo saluto ad Arianna Giaroli, la tredicenne carpigiana morta venerdì dopo che il giorno precedente era stata colpita dal calcio di un cavallo al centro ippico “Il Vigneto” di San Martino in Rio. Non una messa funebre, ma un rito molto intimo – terminato con un lungo e sentito applauso – quello scelto dalla famiglia della tredicenne, che ha anche autorizzato la donazione degli organi.



Così come domenica alle camere ardenti, anche ieri c’erano i compagni di classe, gli amici del maneggio e appassionati di equitazione arrivati da diversi centri ippici della regione, tutti mescolati in una folla silenziosa, attorno alla bara adornata da mazzi di fiori. Proprio sopra il feretro, spicca un particolare: un cappello western a rappresentare lo sconfinato amore di Arianna per il mondo dell’equitazione. «Sono una semplice ragazza che ama i cavalli», è la frase che mamma Sara e papà Federico hanno scelto per ricordare la loro amata Arianna, assieme a una foto che la ritrae fare ciò che amava di più: andare a cavallo. La sua era una passione viscerale, «totalizzante», per usare le parole della preside Chiara Penso della Guido Fassi, la scuola media che Arianna frequentava.


I suoi racconti riguardavano sempre gli animali; amava coinvolgere i compagni di classe e spesso li invitava al maneggio. E proprio la sua 3ª B ha deciso di dedicarle un messaggio: «Cara Arianna – hanno scritto – tutta la tua scuola ti porterà per sempre nel cuore. Sei con noi. Manchi già a tutti i docenti, A tutti gli alunni e al personale». Poche parole, ma piene di dolore e passione. Non è l’unico testo che amici e famigliari hanno voluto dedicarle: «Te ne sei andata così all’improvviso, senza voltarti, senza uno sguardo e senza un saluto. Noi non eravamo pronti a lasciarti andare, ma tu con un sorriso sei svanita in cielo. Ari, rimarrai sempre nei nostri cuori». La lettera porta una firma inequivocabile – “Chi ti ha amato tanto” – ed è ben visibile in una cornice appoggiata all’entrata della Funeral Home. Amici, famigliari e compagni di scuola si fermano a guardarla e la accarezzano, perché quelle parole in qualche modo aiutano a tenere vivo il ricordo di Arianna. Non ci sono palloncini e nemmeno le divise da equitazione che domenica indossavano le compagne di squadra: solo silenzio. Silenzio e lacrime.

Il funerale inizia alle 14. Per quasi mezz’ora nulla si muove: scorre l’acqua della fontana e il poco vento che c’è non riesce a muovere più di tanto i fiori. Sono tanti, i fiori, portati a Carpi per Arianna da diversi maneggi della provincia, dalle colleghe della mamma e anche dalla Fise, la Federazione italiana sport equestri. Poi esce il feretro, accompagnato dai genitori e dai parenti di Arianna. Hanno gli occhiali da sole sul viso per provare a nascondere le lacrime, si stringono l’un l’altro, si abbracciano cercando di farsi forza. A fermare le lacrime ci pensa la musica: “The loneliest” dei Maneskin. Mamma Sara e papà Federico prima la sussurrano, poi la cantano: non deve essere una canzone come le altre. Recita così: “Stasera sarà la più solitaria, sei ancora l’ossigeno che respiro, vedo il tuo viso quando chiudo gli occhi: è tortuoso. Stasera sarà la più solitaria. In caso di morte, questo è quello che voglio, quindi non essere triste quando non ci sarò più. C’è solo una cosa che spero tu sappia: ti ho amato così tanto». Bastano queste parole.

Con Arianna se ne è andato anche il suo grande sogno: iscriversi al liceo Fanti, indirizzo economico sociale, e poi aprire un ranch – quello che in italiano si può tradurre con “fattoria didattica” – negli Stati Uniti e diventare allenatrice di cavalli. Fra tanti interrogativi – quelli sulla dinamica della vicenda vedranno chiariti dall’indagine della Procura attualmente in corso – rimane un’inequivocabile e drammatica certezza: una vita, quella della giovane Arianna, che si è spezzata troppo presto.