Violentata a 13 anni durante il pigiama party
Prima l’alcol e poi gli abusi durante una festa in casa. Le accuse a un ragazzo di 20 anni
Reggio Emilia Si è svolto martedì 12 marzo in tribunale a Reggio Emilia l’incidente probatorio in audizione protetta della tredicenne che sarebbe stata abusata durante un pigiama party da un 20enne, ora accusato di violenza sessuale aggravata, con la duplice aggravante del ricorso all’alcol e dell’età della ragazzina, che ha meno di 14 anni. La ragazzina, che in precedenza era stata dichiarata attendibile, è stata sentita a distanza di parecchio tempo a causa delle sue fragilità. Il pm Maria Rita Pantani e le parti in causa hanno preferito attendere prima di farle affrontare un doloroso racconto, avvenuto davanti al gip Andrea Rat.
Da noi contattato, l’avvocato difensore di fiducia del ventenne, Noris Bucchi, ha dichiarato: «Non intendo rilasciare dichiarazioni, trattandosi di audizione protetta».
«Posso solo dire che la minorenne ora è ricoverata in una struttura, dove sta seguendo un delicato percorso psicologico», ha detto invece l’avvocata Donatella Ferretti de “La Caramella Buona Onlus”, l’associazione che ha svelato la vicenda e che sta fornendo sostegno psicologico e legale alla ragazzina.
I fatti risalgono ai primi di dicembre del 2021, quando la ragazzina – che risiede in un Comune del distretto ceramico – esprime il desiderio di organizzare un pigiama party a casa sua con le amiche. I genitori la accontentano, con l’accordo che sarebbero state presenti solo amiche; e vanno al cinema, lasciando libera l’abitazione. Succede però che alla porta si presentano tre ragazzi (un 15enne, un 16enne e un ventenne, semplici conoscenti di una delle amiche) i quali entrano e si “imbucano” al pigiama party. Il ventenne porta con sé una bottiglia di nocino e altri liquori. Secondo la ricostruzione, il giovane convince la 13enne a seguirlo in una camera, dove si appartano chiudendo la porta, non a chiave. Il tempo passa e le due ragazze e i due ragazzi rimasti nell’altra stanza si accorgono che qualcosa non va: sentono dei rumori e delle lamentele, aprono la porta e trovano il ventenne divertito, mentre la tredicenne appare spaventatissima.
«Cosa stai facendo? Dai smettila», dicono al ventenne, convincendolo a lasciar perdere il gioco di attenzioni morbose e ad andarsene dall’abitazione. Passa una ventina di giorni. La tredicenne mostra segnali di malessere: è chiusa in se stessa, cambia atteggiamento. I genitori si impensieriscono ma non riescono a capire cosa stia succedendo. Finché lei si confida con una professoressa, accennando a una violenza durante una festa. L’insegnante contatta i genitori, che il 23 dicembre presentano denuncia ai carabinieri.