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La denuncia

Studentessa aggredita da un balordo in stazione «Voleva i soldi, stava per strozzarmi»

Serena Arbizzi
Studentessa aggredita da un balordo in stazione «Voleva i soldi, stava per strozzarmi»

Reggio Emilia, il racconto di una pendolare modenese: «Sono stati minuti da incubo»

15 marzo 2024
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Reggio Emilia «Quell’uomo continuava ad avvicinarsi, finché la presa intorno al collo diventava sempre più forte e a un certo punto mi sembrava di soffocare. Parlava una lingua incomprensibile: subito non capivamo cosa volesse e continuava a molestarci». Laura – nome di fantasia per tutelare la vittima – è una studentessa modenese che fa la pendolare: viene a Reggio Emilia in treno per frequentare la facoltà universitaria in città.

In pieno giorno, mercoledì 13 marzo, poco dopo le 14, Laura e un’amica si sono imbattute in un balordo che ha chiesto in modo stentato del denaro e le ha braccate fino a quando non si sono liberate dalla sua morsa. La giovane è ancora profondamente turbata da quanto vissuto.

«Stavamo acquistando i biglietti alla macchinetta automatica – racconta la giovane –. Mentre prendevo il resto si è avvicinato quest’uomo e non capivamo cosa volesse. L’unica cosa comprensibile era la richiesta di cibo perché aveva fame. Gli ho dato parte del resto del biglietto. Poi ha iniziato a stringermi il collo sempre di più e pensavo di soffocare. Poi, per fortuna, ha allentato la presa e io e la mia amica ci siamo spostate al piccolo punto ristoro, sperando di averlo seminato».

Non era ancora finita, invece. «Lui ci ha seguite e continuava a parlarmi. A dirmi cose incomprensibili e sconclusionate – prosegue Laura –. I ragazzi vicino a noi gli dicevano di lasciarci stare e hanno cercato di mandarlo via, ma non c’era nulla da fare. Lui si è intestardito nel molestarci e ha continuato a darci fastidio e ad avvicinarsi a noi con le stesse richieste. Io e la mia amica non sapevamo come mandarlo via». Sono stati lunghi minuti di paura, in balìa di questo balordo per Laura e l’amica e anche il tragitto per salire sul treno si è trasformato in un rischio. «Per un po’ quell’uomo è rimasto vicino all’entrata e poi se n’è andato, per fortuna. È stato un incubo – aggiunge la ragazza –. Non è giusto che subiamo questi pericoli per coltivare le nostre passioni e continuare a studiare. La situazione sarebbe potuta degenerare. Non sappiamo come sarebbe finita se quel balordo avesse continuato a seguirci e ad avvicinarsi a noi, come ha fatto».

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