Gazzetta di Reggio

Reggio

Elezioni amministrative

«Mi ricandido per finire i progetti: Priorità: biblioteca, centro e viabilità»

Elisa Pederzoli
«Mi ricandido per finire i progetti: Priorità: biblioteca, centro e viabilità»

Fabbrico, il sindaco Ferrari cerca il quarto mandato: «La stessa passione»

16 marzo 2024
4 MINUTI DI LETTURA





Fabbrico Roberto Ferrari ci riprova. Se va segno, sarà il mandato numero quattro da sindaco di Fabbrico: la prima volta è stato dal 1999 al 2009; la seconda 5 anni fa. Il sindaco in carica, con la lista Progetto Fabbrico sostenuta dal Pd, si presenta stamattina, nella sede elettorale di via Roma 42 alle 11.

Ferrari, dopo tanti anni resta forte la motivazione?

«Ogni volta è un’avventura nuova. Faccio politica praticamente da quando sono nato. La voglia e la passione non sono venute meno, altrimenti non sarei qui. E tengo alla mia storia personale: a parte la parentesi di assessorato provinciale, ho avuto incarichi solo per Fabbrico, non ho mai voluto percorrere esperienze diverse dal mio territorio dove viviamo io e la mia famiglia».

Rispetto ai primi dieci anni da sindaco, come sono stati gli ultimi cinque?

«L’ultimo mandato è il più diverso di tutti. L’ho definita la legislatura breve: un anno e mezzo di Codiv hanno condizionato pesantemente qualunque programmazione. Anche il terremoto è stato una tragedia, ma non ha colpito tutti i territori: è una di quelle calamità che si ripetono nella storia. Invece, la pandemia è stato un evento mondiale, del quale non esisteva memoria storica per la sua gestione. È una delle ragioni per le quali ho deciso di ricandidarmi: abbiamo delle cose da finire, per le quali non c’è stato il tempo. La comunità è cambiata, ci sono esigenze nuove, c’è una identità da costruire con persone nuove, cercando di mantenere saldi i nostri valori e principi storici: solidarietà, equità, il ruolo pubblico nella garanzia dei servizi. La composizione della comunità di Fabbrico è profondamente cambiata, con una pubblica amministrazione che, devo dire la verità, non ho trovato più snella ed efficiente rispetto al 2009. Si fa di tutto per rendere le cose più ingarbugliate: penso al monitoraggio per le opere finanziate dal Pnrr. Abbiamo uffici che perdono tempo per rendicontare la stessa opera a più enti, come se non dialogassero...».

Quali sono i progetti per voi prioritari?

«Sono tre i macrotemi. Uno: realizzare la nuova biblioteca. Abbiamo la progettazione in tasca, ma dovremmo concludere il percorso partecipativo e individuare in centro dove realizzarla. Non sarà solo prestito, ma un pezzo della rete dei servizi per i giovani. Due: continuare con risorse nuove, perché sono finiti i soldi post terremoto, la riqualificazione del centro storico. Noi abbiamo un progetto complessivo finanziato in 3 stralci dalla Regione, l’ultimo parte quest’anno. Riguarda il recupero di strade e piazze. Abbiamo rifatto tutta via De Amicis, faremo via Piave, meriterebbe anche piazza Landini. Terzo, c’è la necessità di realizzare il programma di messa in sicurezza della viabilità. Poi il grande tema: siamo un paese da 6.800 abitanti, ma con tutti i servizi, vedi scuole, Casa della salute, Rsa, teatro, palazzetto. Un patrimonio immobiliare che ha bisogno di essere manutenuto per continuare a garantire i servizi. Servizi per i quali è aumentata la richiesta. Pensiamo a nido e scuola d’infanzia, da una parte perchè chi viene qui da fuori non ha magari nonni a cui affidare i figli e perchè più famiglie di origine straniera ora usano il servizio. È un passo importante per l’integrazione. A Fabbrico gli stranieri sono oltre il 17%».

Percentuali importanti, come si riesce a dialogare?

«L’integrazione è una sfida complessa, ma i piccoli segnali vanno incoraggiati. Il dialogo è difficile, per la maggioranza sono pakistani e indiani. Con i primi il dialogo è solo con gli uomini, ma quest’anno abbiamo organizzato i corsi di lingua con un servizio di babysitteraggio e sono venute. Il lockdown non ci ha aiutato, specie con gli adolescenti, ma è una sfida rispetto alla quale non ci tiriamo indietro».

È pronta la lista?

«Nonostante con la mia candidatura sia una proposta in continuità, ci tengo a dire che è in corso un lavoro di partecipazione e condivisione con protagonisti energie nuove. E non solo per questioni di equilibri, ma per un investimento sul futuro. Perchè so che non sarò io il futuro di Fabbrico».

A sfidarla dall’altra parte c’è Elisabetta Sala, attivista.

«È una candidata che porta un approccio nuovo rispetto al tradizionale confronto tra destra e sinistra. Però è oggettivo che a sostenerla c’è esattamente l’attuale gruppo consigliare di opposizione uscente: è stato un loro volantino a lanciare per primo la sua candidatura».

Sala ha una storia sua di attivismo ambientalista e antimafia.

«Ha una storia che non è certo quella di Giovanni Pedrazzini, ma ha scelto di metterla a disposizione di quel gruppo. A cui riconosco la furbizia di aver candidato un nome che rompe gli schemi: lui si è candidato dal 1975 e non ha mai vinto. Sala è una candidata che è sicuramente una novità e non la sottovaluto».