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Modena e Parma chiamano l’esercito mentre Reggio Emilia si spacca

Serena Arbizzi
Modena e Parma chiamano l’esercito mentre Reggio Emilia si spacca

Il sindaco Muzzarelli: «La presenza dei militari rassicura cittadini e turisti»

20 marzo 2024
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Reggio Emilia A Parma arriverà dal primo aprile, a Modena il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha puntato i piedi più volte con il ministro Matteo Piantedosi per ottenere lo stesso numero di militari di prima, dopo la decisione del Governo nazionale di dimezzare la loro presenza. Mentre Reggio Emilia, sul tema, si spacca, tanto da trasformarlo nel più acceso dei dibattiti.

L’esercito è l’argomento più incandescente su cui si sta infiammando la campagna elettorale che, ogni giorno, entra sempre più nel vivo.

Anche se i primi, in tempi recenti, a chiedere che arrivasse l’esercito nel quartiere della stazione sono stati i cittadini del comitato di viale 4 Novembre, dopo l’omicidio di Mohamed Thabet Alì, avvenuto proprio accanto al primo binario nella notte fra il 30 e il 31 maggio dello scorso anno.

L’amministrazione comunale di Modena aveva annunciato di aver «accolto con molto sfavore la decisione del Governo Meloni, non concertata con la città, di dimezzare la presenza dei militari di Strade Sicure (da 31 a 15) a presidio di luoghi e monumenti sensibili – fa sapere l’amministrazione – e accolto con favore, dopo numerose richieste anche vibranti al ministero dell’Interno, quella recente di ripristinare la dotazione iniziale».

«La loro presenza – ha detto Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena – è per noi, come ho più volte ricordato anche al ministro Piantedosi, un elemento di rassicurazione per cittadini e turisti in piazza Grande, con il Duomo e la Ghirlandina, e in piazza Mazzini, con la Sinagoga, ma anche nelle altre zone del centro storico, alla stazione ferroviaria e al Novi Sad».

Anche a Parma sta per debuttare l’esercito, nell’ambito dell’operazione Strade Sicure. Saranno 18 i militari che, in forza del piano di impiego disposto dal ministero dell’Interno, saranno assegnati dal primo aprile al 31 dicembre di quest’anno: avranno lo scopo di affiancare le forze di polizia nell’attività di vigilanza a siti e obiettivi sensibili. Secondo le prime indicazioni, è stato deciso che i militari assegnati svolgeranno attività di vigilanza nell’area del piazzale della stazione e delle vie limitrofe di Parma. Lo stesso obiettivo che da tempo chiedono i cittadini reggiani, ma il tema in città ha già creato profonde fratture.

Il candidato a sindaco della coalizione di centrosinistra, Marco Massari, ha preso posizione sul tema, dicendo che la presenza dei militari potrebbe aiutare ad aumentare la sicurezza della zona, anche se non risolverebbe i problemi.

Hanno tuonato contro il candidato gli stessi alleati di coalizione, Sinistra Italiana, Sinistra in Comune, Europa Verde e Possibile.

Dopo le dichiarazioni di Massari, la Lega ha presentato un ordine del giorno urgente in Consiglio comunale sull’inserimento del comune di Reggio Emilia nell’operazione “Strade Sicure”. Ordine del giorno bocciato dalla maggioranza. Anche gli altri tre candidati hanno preso posizione sull’esercito: Giovanni Tarquini si è già dichiarato favorevole, Paola Soragni ha detto che può essere un ausilio provvisorio, «ma la città dev’essere gestita con le proprie forze». Fabrizio Aguzzoli non si è detto scandalizzato su un eventuale utilizzo dell’esercito perché «accoglienza e integrazione non sono possibili senza il rispetto delle regole».