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Elezioni 2024

«Fabbrico ha bisogno di una svolta. Dall’attivismo mi porto competenza e coraggio»

Elisa Pederzoli
«Fabbrico ha bisogno di una svolta. Dall’attivismo mi porto competenza e coraggio»

Elisabetta Sala sfida il sindaco Pd Roberto Ferrari: «Pedrazzini? Ci ha lasciato spazio. Io libera»

23 marzo 2024
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Fabbrico L’attivismo – antimafia e ambientalista – è ciò che più la contraddistingue. Elisabetta Sala, per tutti “la Betta”, corrispondente sportiva, coordinatrice del Gruppo di Controllo di Vicinato stavolta fa di più per la sua comunità: si candida (con la lista Movimento Civico per Fabbrico)  sfidando il sindaco Pd con tre mandati alle spalle Roberto Ferrari.

Cosa la spinge a candidarsi?

«Scelta sofferta, ma dettata dall’amore per le mie radici e dall’esigenza di costruire un reale progetto di riqualificazione del nostro paese dando una svolta con energia, tempo, passione ed entusiasmo in discontinuità al monogoverno che lo guida da oltre 70 anni. Fabbrico sta morendo e necessita di un cambiamento».

La sua esperienza di attivismo cosa le dà in questa avventura?

«Coraggio, spalle larghe e schiena dritta. Dal punto di vista umano ho imparato a confrontarmi e dialogare con tutti coloro che hanno a cuore il territorio in modo libero andando oltre le ideologie politiche e ho maturato capacità di studio e analisi di atti amministrativi e giudiziari. Legalità e trasparenza sono le mie basi».

Che criticità vede a Fabbrico?

«Il degrado urbano, il disagio sociale, l’agonia del centro e la crisi del commercio, la gestione dei rifiuti, le poche iniziative di interesse collettivo, la mancanza di servizi per le giovani famiglie, per i giovani, la viabilità interna ed esterna, la cura degli anziani e dei più fragili, il decoro del cimitero, la caserma dei carabinieri obsoleta, la cura del verde, la mancanza di spazi sportivi multiculturali accessibili, ed un presidio del territorio inadeguato che unito al malessere crescente portano solo problemi e sacche di illegalità. Siamo un “paese dormitorio”».

Quali sono le vostre priorità?

«Ci sono diverse situazioni ingessate da anni. Cambieremo linee guida non più coerenti con le esigenze del paese che è notevolmente mutato nelle necessità e nella composizione. I nostri progetti nascono da un ascolto e confronto reale e costante con i cittadini: la video sorveglianza, un piano strutturale per la riqualificazione del centro e di sostegno alle attività commerciali, artigianali e produttive con l’accesso ai nuovi cospicui bandi regionali, interventi sulla viabilità, la creazione di un polo per i giovani e di spazi sportivi multiculturali e polivalenti, nuova caserma, trasloco della biblioteca, un’attenzione maggiore alle manovre della micro e macro criminalità, la revisione dei servizi di assistenza e sostegno educativo alle famiglie, agire in sinergia con altri Comuni svantaggiati ed isolati come il nostro per riportare servizi essenziali anche in ambito sanitario. Vogliamo avere un peso diverso in Unione e Provincia».

Chi c'è al suo fianco?

«Siamo una vera lista civica composta da cittadini già attivi impegnati in vari ambiti dell’associazionismo, del volontariato, nell’ambientalismo, nel sociale, nella scuola, nel teatro, nel mondo giovanile, nelle attività produttive. Credo che un sindaco oggi insieme alla propria squadra debba essere sempre presente fra i cittadini, e mettere la testa dentro ai problemi senza paura di un confronto con tutti. Avere una giunta e consiglieri che vivono davvero il paese oggi è fondamentale».

Ferrari punta il dito sul sostegno che ha ricevuto dal gruppo di Giovanni Pedrazzini.

«I fabbricesi sanno che sono una donna libera e che so mantenere la mia indipendenza. La mia lunga storia di battaglie e vittorie su vari fronti ne sono la prova. A Pedrazzini e al gruppo consiliare di minoranza va riconosciuta l’intelligenza di avere lasciato spazio e campo libero ad un gruppo di persone che si sono impegnate e lo fanno da anni in associazioni ed enti combattendo da sempre contro una amministrazione seduta. Persone che come me, sia in passato sia in questa ultima tornata elettorale, hanno partecipato alle consultazioni, ma non hanno ricevuto ascolto vero da parte del Pd, rifiutando l’invito questa volta a partecipare ai tavoli di lavoro. Persone che sanno distinguere tra ideologia di partito e necessità di amministrare un piccolo Comune e pur avendo sensibilità diverse si ritrovano unite nel tentativo di dare una svolta. Persone che si sono stancate di aspettare delle risposte che da troppo tempo non arrivano».

A chi le contesta la mancanza di esperienza, cosa risponde?

«Io rispetto Roberto perché si è messo a disposizione ancora una volta e con l’eventuale quarto mandato farebbe addirittura 20 anni... Io, dalla mia ho 26 anni di lavoro nel settore assicurativo di cui gli ultimi 15 spesi nel ramo Appalti pubblici, privati e contabilità. La lunga esperienza come attivista mi permette di avere tanti strumenti di analisi, capacità di confronto, di lavorare in squadra. Per il resto non si nasce “imparati”, ma lo stesso Pd a Reggio candida un medico con nessuna esperienza politica e amministrativa. Evidentemente la direzione del Pd non lo vede come un ostacolo».l