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Il lutto

È morto a 56 anni Paolo Soncini, l’ex fornaio diventato apicoltore

Ambra Prati
È morto a 56 anni Paolo Soncini, l’ex fornaio diventato apicoltore

Gestì per anni “L’angolo delle bontà” in via Farini vicino alla chiesa del Cristo

03 aprile 2024
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Reggio Emilia È morto martedì 2 aprile, nella sua abitazione nel quartiere di Buco del Signore, Paolo Soncini detto Leo, 56 anni, ex fornaio e apicoltore vinto dalla malattia.

Reggiano doc nato a San Maurizio, Leo è conosciuto in città per aver gestito per quasi vent’anni il forno “L’angolo delle bontà” in via Farini, ad angolo accanto alla chiesa del Cristo; rinomato il suo castagnaccio. Una quindicina di anni fa, quando il socio è andato in pensione, Leo che nel frattempo si era appassionato alle api ha iniziato a fare l’apicoltore di professione: un’attività cresciuta nel tempo, tanto che riusciva a occuparsi da solo di ben quattrocento arnie sparse in collina.

Un’altra sua passione, seguita in compagnia di amici, era il ciclismo: sulle due ruote amava percorrere i luoghi dell’Appennino, a Marola o più in alto, partendo all’alba e fermandosi a pranzo. Non disdegnava i tragitti più lunghi: caricando le bici sul Fiat Doblò trascorreva dei fine settimana sui pedali all’isola d’Elba o in altri percorsi suggestivi.

«Amava molto stare in mezzo alla natura e all’aria aperta: forse anche per questo l’apicoltura gli piaceva tanto – spiega la sorella Marina – Diceva che stare al chiuso non faceva per lui. Tanto che è uscito anche il giorno prima di morire: in carrozzina è andato a prendere un caffè».

Tre anni fa la diagnosi infausta e le cure al Core (il centro onco-ematologico) di Reggio. Anche in questo caso Leo ha fatto la scelta di non curarsi in ospedale. «Non è mai stato ricoverato: diceva che voleva morire a casa sua e così è stato. Veniva la dottoressa del Core a visitarlo a domicilio ed è sempre stato assistito con amore dai suoi cari».

Nonostante le pesanti cure, fino all’anno scorso Leo ha condotto una quotidianità normale. «Ha continuato a lavorare e a guidare l’auto, finché le forze glielo hanno permesso – continua la sorella – Gli ultimi mesi sono stati più pesanti, ma lui non si è mai lamentato. Di carattere umile e semplice, non amava il superfluo e guardava all’essenziale. Sapeva benissimo che la malattia non gli avrebbe dato scampo ma il suo unico cruccio era di lasciare la famiglia. Era una gran bella persona».

Con la voce incrinata dalla commozione, la sorella ha voluto ringraziare in modo particolare gli amici. «Sono stati eccezionali, fantastici, sempre presenti. Quindici giorni fa sono venuti a prenderlo per portarlo allo stadio a vedere la Reggiana. Un’altra volta hanno noleggiato un furgoncino con la piattaforma per la carrozzina per portarlo in Appennino».

Paolo Soncini lascia nel dolore la moglie Tiziana, impiegata di banca, e le figlie Matilde e Anna di 18 e 16 anni. Il funerale si terrà giovedì 4 aprile alle 9.30 con partenza dalla casa funeraria Reverberi di via Terezin 21 per il cimitero di Coviolo, dove si terranno le esequie e in seguito la cremazione. Anziché fiori, offerte al Core. 

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