Gazzetta di Reggio

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Il caso

Va da lui per degli scatti in intimo, ma le salta addosso

Serena Arbizzi
Va da lui per degli scatti in intimo, ma le salta addosso

L’uomo, ora è a processo per violenza sessuale, nega tutto. La donna in aula: “Non sono qui per i danni, ma perchè non accada ad altre”

04 aprile 2024
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Guastalla «Non sono qui per chiedere i danni, ma perché non si può rischiare che una cosa simile possa avvenire ad altre donne». Ha parlato protetta da un paravento, nel primo pomeriggio di mercoledì, la trentenne che ha sporto denuncia per violenza sessuale nei confronti di un quarantenne, il quale si difende negando le accuse a suo carico. Il caso risale a metà dicembre 2018, quando la donna aveva intenzione di regalare un calendario con immagini che la ritraevano indossando l’intimo al suo compagno. Quindi si è rivolta al quarantenne per prendere un appuntamento e per concordare le modalità con cui scattare le foto. Secondo l’accusa, l’uomo, assistito dall’avvocato Arturo Pagnanelli del Foro di Parma, dopo avere ricevuto la giovane nella sua abitazione, l’avrebbe abbracciata, palpeggiata nelle parti intime e, dopo averla afferrata per i polsi e trascinata sul divano, si sarebbe denudato. Questo in assenza di altre persone in casa.

«Avevo paura in quel frangente, io mi trovavo lì per concordare come scattare le immagini e improvvisamente mi sono trovata di fronte a quella scena – racconta la donna rispondendo alle domande del pubblico ministero Maria Rita Pantani, davanti al collegio di giudici presieduto da Cristina Beretti, a latere Silvia Semprini e Giovanni Ghini –. Il tutto è durato tra i sette e gli otto minuti, poi sono andata via. Qualcuno potrà chiedersi perché farmi scattare delle foto in intimo da un uomo? Ma tanti propongono questo servizio. Dopo quella volta ci siamo sentiti, mi ha chiesto scusa dicendomi di avere frainteso. Io non mi trovo qui per chiedere danni, ma non voglio rischiare che una cosa simile possa succedere ad altre».

La donna ha raccontato di portarsi dietro gli strascichi di quell’episodio: «Oggi ho attacchi di panico – rivela in aula la parte offesa –. Quello era un appuntamento solo per concordare eventuali scatti fotografici. Lui, in precedenza, mi aveva rivolto apprezzamenti, come accade che un uomo possa fare a una donna, ma io non penso di avergli mai fatto capire chissà cosa. Ero tranquilla, dal momento che era sposato con figli».