“Dormivo alla stazione, ora ho un contratto a tempo indeterminato”
Mamhdou Hassan era un senzatetto: l’incontro con Maria Diletto dell’associazione La Nuova Luce ha cambiato la sua vita
Reggio Emilia. “Sono arrivato in Italia dopo un viaggio di tre giorni, in mare, tra le onde alte, rischiando più volte la vita. E non ho mai visto la più piccola dei miei tre figli da vicino: sono partito quando mia moglie era ancora incinta. Ho dormito alla stazione, poi Maria mi ha aiutato e la mia vita è cambiata”.
Mamhdou Hassan viene dall’Egitto e ha 37 anni. Fino a poco tempo fa la sua vita era un incubo: era uno dei senzatetto della stazione. Uno di quegli “invisibili” che popolano il quartiere più “caldo” della città. Il suo sorriso è contagioso e racconta della vittoria dopo la sofferenza. Della rinascita dopo una vita fatta di stenti, dove ogni secondo rappresentava un rischio. Poi è arrivato l’incontro con Maria Diletto, presidente dell’associazione La Nuova Luce, che fornisce pasti gratuiti ai senzatetto della stazione, oltre a sopperire a cure mediche e bisogno di vestiario o altre necessità a chi ne ha bisogno. E la sua vita è cambiata.
“Soltanto due mesi fa ho finalmente firmato un contratto a tempo indeterminato, non riuscivo a crederci – continua Mamhdou -. Sono rinato: ora faccio il muratore e mi occupo di cartongesso. Al mattino esco presto di casa, poi torno alle 18. Ho le giornate piene, finalmente. E nel tempo libero faccio il “segretario” di Maria – scherza il 37enne mentre è intento a riordinare la bocciofila Tricolore dopo la festa per la rottura del digiuno dopo il Ramadan -. Aiuto nelle sue attività: grazie a lei ho potuto finalmente iniziare una nuova vita”. Mamhdou ha attraversato più inferni: uno è stato quello dello sfruttamento lavorativo. Per una giornata intera di lavoro veniva pagato 20 euro. “Ora però è finita, finalmente ho un vero impiego – dice -. Il mio sogno è che i miei tre figli possano venire qui con mia moglie, che è malata di cuore. Ora, finalmente, sempre grazie a Maria ho una casa che condivido con altri inquilini. In passato mi è anche successo di dormire nella stessa stanza con altre quattro persone. E pagavo quel posto letto 200 euro. Poi le notti alla stazione, o sotto gli alberi, all’aperto: dove capitava. Rischiavo sempre: una volta mi hanno spinto contro il muro per rubarmi le scarpe. La vita, quando sei allo sbando, è a repentaglio e può bastare una manciata di secondi per perderla”.