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“Dormivo alla stazione, ora ho un contratto a tempo indeterminato”

Serena Arbizzi
“Dormivo alla stazione, ora ho un contratto a tempo indeterminato”

Mamhdou Hassan era un senzatetto: l’incontro con Maria Diletto dell’associazione La Nuova Luce ha cambiato la sua vita

07 aprile 2024
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Reggio Emilia. “Sono arrivato in Italia dopo un viaggio di tre giorni, in mare, tra le onde alte, rischiando più volte la vita. E non ho mai visto la più piccola dei miei tre figli da vicino: sono partito quando mia moglie era ancora incinta. Ho dormito alla stazione, poi Maria mi ha aiutato e la mia vita è cambiata”.

Mamhdou Hassan viene dall’Egitto e ha 37 anni. Fino a poco tempo fa la sua vita era un incubo: era uno dei senzatetto della stazione. Uno di quegli “invisibili” che popolano il quartiere più “caldo” della città. Il suo sorriso è contagioso e racconta della vittoria dopo la sofferenza. Della rinascita dopo una vita fatta di stenti, dove ogni secondo rappresentava un rischio. Poi è arrivato l’incontro con Maria Diletto, presidente dell’associazione La Nuova Luce, che fornisce pasti gratuiti ai senzatetto della stazione, oltre a sopperire a cure mediche e bisogno di vestiario o altre necessità a chi ne ha bisogno. E la sua vita è cambiata. 

“Soltanto due mesi fa ho finalmente firmato un contratto a tempo indeterminato, non riuscivo a crederci – continua Mamhdou -. Sono rinato: ora faccio il muratore e mi occupo di cartongesso. Al mattino esco presto di casa, poi torno alle 18. Ho le giornate piene, finalmente. E nel tempo libero faccio il “segretario” di Maria – scherza il 37enne mentre è intento a riordinare la bocciofila Tricolore dopo la festa per la rottura del digiuno dopo il Ramadan -. Aiuto nelle sue attività: grazie a lei ho potuto finalmente iniziare una nuova vita”. Mamhdou ha attraversato più inferni: uno è stato quello dello sfruttamento lavorativo. Per una giornata intera di lavoro veniva pagato 20 euro. “Ora però è finita, finalmente ho un vero impiego – dice -. Il mio sogno è che i miei tre figli possano venire qui con mia moglie, che è malata di cuore. Ora, finalmente, sempre grazie a Maria ho una casa che condivido con altri inquilini. In passato mi è anche successo di dormire nella stessa stanza con altre quattro persone. E pagavo quel posto letto 200 euro. Poi le notti alla stazione, o sotto gli alberi, all’aperto: dove capitava. Rischiavo sempre: una volta mi hanno spinto contro il muro per rubarmi le scarpe. La vita, quando sei allo sbando, è a repentaglio e può bastare una manciata di secondi per perderla”.