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«Davide era un tessitore di relazioni»

«Davide era un tessitore di relazioni»

Folla al funerale di Davide Manfredini, 43 anni, diesse della squadra di calcio Il sindaco: «La chiesa gremita attesta quanto estesa sia la tela che ha saputo tessere»

09 aprile 2024
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Baiso Tutto il paese ieri pomeriggio ha partecipato al funerale di Davide Manfredini, 43 anni, chiamato “Mafio”, conosciutissima figura dello sport locale. Manfredini è morto sabato 6 aprile, stroncato nel giro di pochi mesi da una malattia scoperta solo alla fine del 2023, poco prima del periodo natalizio. Ha lavorato per tanti anni come consulente finanziario nel comprensorio ceramico reggiano-modenese. Era direttore sportivo dell’Asd Baiso Secchia, e ieri al funerale c’erano gli altri dirigenti e i calciatori con la divisa della squadra.



Toccanti le parole del sindaco Fabrizio Corti durante il rito funebre. «Lo vedevi, Davide. In quel suo angolo della tribuna. In bar, al forno (la mamma e la sorella sono le titolari del forno di Baiso, ndr), alle feste. Lo sentivi. E spesso quello che sentivi per prima era la risata. Presente sempre in quei luoghi che diremmo “di comunità”, Davide, per me Mafio, di questa comunità è stato un costruttore. Ed è stato anche qualcosa di più, ricoprendo un ruolo di maggiore finezza: la comunità che ha vissuto in prima persona l’ha rifinita e incrementata come “tessitore di relazioni”. Risalendo un poco negli anni, lo ricordo giovane centrale di difesa, ma in questo ultimo decennio lo ricordiamo invece tutti dirigente, prima del Torneo della Montagna e, successivamente, dell’Asd Baiso Secchia. Con lui abbiamo condiviso tanti successi, assistendo alla storica cavalcata dalla seconda categoria alla Promozione. Il suo vanto non era però questo, ma ciò di cui andava maggiormente orgoglioso era infatti essere riuscito, con gli altri dirigenti, a ricreare entusiasmo intorno alla squadra, a riportare il pubblico al campo, sulle tribune, grazie a quello spirito di appartenenza con cui ha saputo legare i giocatori locali a chi giungeva da fuori. Quei giocatori per cui stravedeva e che, al contempo, non si esimeva dal richiamare quando reputava necessario».

«Ieri, durante il rosario, mi sono ricordato di un episodio capitato nell’estate del 2015, al termine dei quarti di finale del Montagna che il Baiso vinse in casa con il Felina – ha aggiunto Fabrizio Corti –. Data l’impossibilità di trovare ristoranti aperti, Davide, Giorgia ed Ivan si resero disponibili ad accogliere la squadra, diversi tifosi e me al forno. Questo episodio è denso di significati: ci ricorda infatti quanto la sua famiglia sia significativa all’interno della nostra realtà di paese, e ci permette anche di riflettere come quel carattere di Davide, in quanto “tessitore di relazioni”, fosse ben spiccato e concreto anche verso la sua famiglia, con quell’attenzione unica che rivolgeva ai suoi nipoti Rebecca e Riccardo, a sua moglie Francesca e, da giugno, a Maria Vittoria».

«Ieri sera, e così adesso guardando questa chiesa così gremita, possiamo capire quanto estesa sia la tela di relazioni che Mafio ha saputo tessere durante la tua vita. Il vuoto e il dolore che Davide lascia sono enormi, incolmabili. Ma enorme è anche la tela di relazioni, di rapporti e di amicizie che ha saputo costruire. Sono certo che questo enorme insieme di persone che Davide ha saputo mettere in relazione, che ha saputo far confluire qui oggi e ieri, saprà stringersi alla famiglia, apportando quei ricordi più belli che, insieme, ci faranno sentire meno grande quel vuoto che ha lasciato».

«A Francesca e a Maria Vittoria, a Rossana e Giancarlo, a Giorgia e Ivan, a Rebecca e Riccardo, Miriam e a tutta la sua grande famiglia – ha concluso il sindaco Corti – esprimo la più profonda e sentita vicinanza a nome mio, dell’amministrazione comunale, dei dipendenti comunali, delle associazioni tutte, di una comunità intera . Sappiate che sempre, intorno a voi, pronta a sostenervi, avrete questa enorme tela di persone che Davide ha saputo tessere».

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