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Il lutto

Morto il giornalista Marchesini «L’amore per lo scrivere era tutto»

Ambra Prati
Morto il giornalista Marchesini «L’amore per lo scrivere era tutto»

Cronista e inviato, diresse la Gazzetta di Modena: è morto a 80 anni

09 aprile 2024
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Reggio Emilia «Era un appassionato del suo lavoro, diceva che la passione è la benzina di ogni giorno: anche in casa era palpabile l’amore che aveva per il giornalismo e lo scrivere. Lascia un’eredità morale speciale». Così l’avvocato Matteo Marchesini, penalista reggiano, ricorda il padre Umberto, cronista, inviato di guerra e fondatore di quotidiani, scomparso sabato scorso all’età di 80 anni.

Il giornalismo lo chiama presto, quando ha solo sedici anni, come corrispondente da Salsomaggiore di Parma (dove è nato il 26 ottobre del 1943) per il Resto del Carlino, l’Avvenire d’Italia e la Gazzetta di Parma. Nel 1969 viene assunto a La Notte, quotidiano milanese del pomeriggio dove si occupa di cronaca. Nel 1971 diventa professionista e passa al settimanale Oggi. Per anni Marchesini gira l’Italia e l’Europa. Raccoglierà molti di quei reportage in un libro, “Ho visto la morte in faccia”, uscito nel 1977.

Nel gennaio 1980 viene chiamato a dirigere la Gazzetta di Modena, in crisi nelle edicole, stabilendosi a Reggio dove mette radici con la famiglia. Sguinzaglia i cronisti attraverso la Bassa e sull’Appennino alla ricerca di storie tristi, divertenti, truculente, pruriginose, patetiche, toccanti. Con una ripetuta raccomandazione: «Fateli piangere, venderemo il giornale». Qualche benpensante si scandalizza, ma le vendite si impennano.

Diventa inviato per L’Occhio diretto da Maurizio Costanzo. Con Il Resto del Carlino (dopo un passaggio come responsabile della redazione di Parma) e La Nazione dà il meglio di sé: memorabili i servizi dalla Valtellina devastata dalla terribile alluvione del 1987 e dalla Calabria durante la fosca stagione dei sequestri di persona. L’inviato Marchesini scrive anche di “bianca” e di costume, come per i servizi che manda dalla sua Salsomaggiore per le finali di Miss Italia. Dopo essere stato vice direttore, assume la direzione de Il Giorno nel marzo del 2000, dove resta per due anni.

Dopo una parentesi per il settimanale sportivo Ola permette la nascita, in Valle d’Aosta, del quotidiano La Vallée Matin, in edicola fino al 2022.

Nel 2001, lasciato Il Giorno, Marchesini rimane alla Poligrafici come responsabile delle iniziative editoriali. Con il pensionamento resta ad Arvier in Valle d’Aosta dove vive i suoi ultimi 25 anni insieme alla compagna Manuela. C’è ancora spazio, tempo e passione per dirigere La Vallée Notizie, per fare il direttore editoriale di Gazzetta Matin e delle testate edite da LG Presse, tra cui Aostanews.it.

«Mio padre ha affrontato la malattia con dignità e coraggio. Le sue condizioni sono precipitate negli ultimi dieci giorni. Ho avuto modo di stare con lui: è stato sempre molto lucido, determinato e umile – spiega il figlio Matteo, ieri rientrato a Reggio dopo il funerale –. Come da sua volontà, riposa nelle montagne che ha tanto amato e che anche per noi sono una seconda casa».

L’avvocato Marchesini è candidato alle prossime elezioni nella lista di centrodestra Tarquini. «Mio padre era felice sia della mia carriera professionale sia del mio recente impegno politico: faceva il tifo per me, diceva che quando credi nelle idee i risultati possono arrivare».

Oltre a Matteo, Umberto lascia nel dolore la figlia Cecilia, che abita in Piemonte, e tre nipoti: Tommaso di 6 anni, Martina di 20 anni e Rossella (figlia di Cecilia).