Gazzetta di Reggio

Pensate di andare in ferie e avete un cane o un gatto e nessun amico o parente affidabile a cui dare la gestione dei vostri amati? Allora, prima ancora di chiedere le ferie al datore di lavoro, preoccupatevi di trovare una brava dog sitter o una pensione seria per pelosi. Una volta la dogsitter era una studentessa che arrotondava così la paghetta, ora il lavoro di pet sitter è diventata una vera professione, al punto che in Piemonte e in Lombardia il profilo è entrato a far parte degli standard professionali e la creazione di un registro regionale è allo studio anche nella nostra regione. Al momento attuale sul mercato troviamo degli operatori, diciamo così, “basic”, senza particolare formazione che non sia l’amore per gli animali e un po’ di esperienza (valori comunque assolutamente fondamentali), altri, ancora più basic, il cui titolo principale è l’amore (importantissimo, ma non sempre sufficiente), altri che hanno seguito corsi e hanno una solida preparazione. Come sempre il passaparola è il miglior biglietto da visita, così pure il fatto che vogliano fare qualche incontro assieme a noi con il cane o il gatto, per conoscerlo e farsi conoscere. Anche il percorso con la pensione deve essere ben gestito: in questo caso abbiamo una normativa di riferimento che detta spazi e formazione professionale degli addetti, ma valuto molto favorevolmente la richiesta di corretto protocollo vaccinale e trattamenti antiparassitari.

Non dimentichiamoci di fare l’avviamento come con i bambini che vanno all’asilo: portiamo il nostro cane per qualche ora e poi lo andiamo a riprendere, poi tutto il giorno, finché vediamo che ha imparato a conoscere l’ambiente e il personale (e loro lui) ma soprattutto ha capito che torniamo sempre a riprenderlo. Requisito fondamentale per tutti gli operatori però è la pazienza con noi proprietari ansiosi e mandarci video e tante foto. 

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