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«Cutresi e reggiani sottovalutarono: ora fronte comune contro la mafia»

«Cutresi e reggiani sottovalutarono: ora fronte comune contro la mafia»

Guastalla. La consigliera Palmina Perri alla serata sul boss Grande Aracri

10 aprile 2024
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Guastalla «C’è stata una sottovalutazione del fenomeno mafioso da parte della comunità, sia cutrese che reggiana. Dobbiamo fare tesoro di questa esperienza per ripartire». Palmina Perri, capogruppo di “Reggio È” in consiglio comunale a Reggio Emilia, è intervenuta lunedì sera a Guastalla in occasione della presentazione del libro su Nicolino Grande Aracri (“La storia di Mano di gomma: ascesa e declino del boss che da Cutro aveva sfidato la ‘ndrangheta del Reggino”).

Nella Sala del Portico di palazzo ducale, in occasione del “Festival Noi contro le mafie”, sono intervenuti l’autore del libro, Antonio Anastasi, e il docente Antonio Nicaso. Perri, che ha lasciato Cutro 30 anni fa per Reggio Emilia, dove esercita come avvocata e insegna diritto al Gobetti, ha parlato del dolore che prova nel vedere i problemi di Cutro, paese con il quale ha un forte legame affettivo. La consigliera reggiana si è poi soffermata sul tema delle mancate prese di posizione contro la ’ndrangheta da parte dei cutresi negli anni passati. «La maggior parte della comunità è sana e contribuisce al benessere di questo territorio. Molti pensavano di non dover più fare i conti con la realtà mafiosa che ritenevano di essersi lasciati alle spalle. Poi, invece, siamo rimasti tutti travolti da quello che è emerso. Ma questo vale per i cutresi come per i reggiani: non mi piace distinguere le due comunità. La comunità nel suo complesso non è stata in grado di unirsi e reagire in modo compatto». L’avvocata è anche referente del Centro studi e ricerche Diego Tajani, dedicato allo statista e magistrato cutrese che già nel 1875 denunciò in Parlamento la pericolosità della mafia. «Vorrei che il mio comune fosse conosciuto per Tajani e non per Grande Aracri», ha aggiunto Anastasi.

In sala c’erano diversi cutresi della neonata associazione “Clm”, acronimo di “Contro le mafie”. «È vero – ha detto Franco Silipo, uno dei fondatori – in passato non abbiamo fatto sentire la nostra voce: ci dispiace perché ora viviamo una situazione difficile». J. D. P.

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