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Liste d’attesa. La Regione accelera: «Un milione di prestazioni in più»

Liste d’attesa. La Regione accelera: «Un milione di prestazioni in più»

Entro il 2024 agende aperte: aumentano gli appuntamenti e anche il personale

10 aprile 2024
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Bologna Trenta milioni di euro in campo per fornire un milione di prestazioni in più nel 2024 (+20% rispetto alle attuali) ed abbattere così, già entro l’estate, le liste di attesa per visite, esami specialistici e chirurgia a bassa complessità in Emilia-Romagna. È questa la risposta messa in campo dalla giunta Bonaccini per diminuire il tempo di attesa in tutte le aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna. Il “piano strategico” illustrato ieri dal presidente regionale Stefano Bonaccini e dall’assessore alla Sanità Raffaele Donini prevede un incremento della quota di tempo dedicato alle prestazioni ambulatoriali da parte del personale sanitario, che verrà retribuito per questo in base ad accordi sindacali. Ci saranno anche assunzioni “mirate” di personale per effettuare le prestazioni a seconda delle esigenze, ma verranno anche coinvolte le realtà della sanità privata (già praticamente definito l’accordo con Aiop) con una “rinegoziazione delle priorità” in favore appunto delle prestazioni specialistiche.

Al privato accreditato andrà una quota dei 30 milioni di budget previsto ma la «gran parte delle risorse andrà sull’aumento di produttività e le assunzioni», assicura il direttore generale dell’assessorato alla Sanità Luca Baldino. Inoltre, le agende rimarranno aperte e verranno introdotte liste per la registrazione delle richieste inevase, con smaltimento in ordine cronologico: così non saranno i cittadini a dover ricontattare i servizi di prenotazione. Previsti anche «incentivi all’appropriatezza» per “premiare” i medici di base che prescrivono gli esami nella maniera più adeguata, mettendoli anche in condizione di consultarsi preventivamente con gli specialisti. «Non vogliamo recuperare solo un margine di prestazioni ma impostare in modo nuovo il rapporto tra domanda e offerta di prestazione sanitaria», precisa Donini, sottolineando che i tempi di attesa oggi sono spesso “inaccettabili”: in particolare difficoltà sono oggi in regione oculistica e dermatologia. «Dobbiamo dare una accelerata al sistema, riassorbendo il gap che si è manifestato dopo il Covid», spiega ancora l’assessore. Alle aziende è stato chiesto di presentare i singoli piani entro 15 giorni: alcuni azioni, informa sempre Donini, partiranno da subito. «L’avevamo promesso e l’abbiamo mantenuto», rivendica Bonaccini, un «bello sforzo in un momento in cui le risorse che arrivano da Roma sono sempre meno».

L’obiettivo di un milione di prestazioni in più, avverte poi, «deve diventare realtà. Valuteremo i direttori generali da questo. Non so cos’altro dobbiamo fare per dimostrare di avere a cuore la sanità pubblica. Penso- conclude il governatore- che il Governo dovrebbe riflettere sul grido d’allarme che sta arrivando anche da regioni amministrate dal centrodestra». Sono tre le tipologie di intervento previste già per il breve periodo: rendere sempre effettiva la possibilità di prenotare le prestazioni, garantendo le condizioni per avere le agende sempre aperte e con un orizzonte di disponibilità di almeno 24 mesi; aiutare gli utenti sollevandoli dall’onere di dover ricontattare i servizi di prenotazione nel caso non vi fosse disponibilità, ma introducendo in questi casi le liste per la registrazione delle richieste in un elenco progressivo in ordine cronologico e garantire i tempi di attesa delle classi di priorità indicate in ricetta. Già entro il mese di aprile, inoltre, ciascuna Azienza Usl, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera-Universitaria o eventuale Irccs di riferimento, dovrà presentare un Piano straordinario di produzione per il proprio ambito territoriale, per garantire, nell’immediato e per tutto il 2024, un significativo aumento di prestazioni. Le Aziende dovranno migliorare ulteriormente l’efficienza produttiva ed organizzativa, anche incrementando la presenza e l’operatività degli specialisti nel setting ambulatoriale e nelle strutture territoriali, in primis le Case della Comunità.