Gazzetta di Reggio

Reggio

L’esplosione a Suviana

La centrale-trappola restituisce tre dispersi: «La morte li ha sorpresi mentre fuggivano»

Valentina Bombardieri
La centrale-trappola restituisce tre dispersi: «La morte li ha sorpresi mentre fuggivano»

Adriano Scandellari, Paolo Casiraghi e Alessandro D'Andrea si trovavano al lavoro al piano -9. Manca il solo Garzillo: continuano le immersioni dei sub, ma l’acqua inizia ad essere contaminata

12 aprile 2024
5 MINUTI DI LETTURA





Sono diventate 6 le vittime ufficialmente accertate della tragedia della centrale idroelettrica di Bargi a Suviana, dove le ricerche continuano incessanti dal pomeriggio del 9 aprile. Ieri i vigili del fuoco sono riusciti a estrarre dall'inferno di acqua e lamiere della centrale idroelettrica di Bargi a Suviana i corpi di tre dei quattro dispersi.

Si trovavano al piano meno 9, uno dei piani allagati dopo l'esplosione. Si tratta del dipendente di Enel Green Power, Adriano Scandellari, di 57 anni, nato a Padova e residente a Mestre. Ingegnere elettronico, Scandellari è stato insignito del titolo di Stella al Merito del Lavoro e Maestro del Lavoro dal Presidente della Repubblica Italiana nell'aprile 2023. La quinta vittima è Paolo Casiraghi, di 59 anni, di Milano e dipendente della Abb con sede a Milano. In serata è stato individuato anche Alessandro D'Andrea, di 37 anni, originario di Pontedera (Pisa) e dipendente della Voith Hydro con sede a Cinisello Balsamo (Mi).

La morte, come ha spiegato il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, Calogero Turturici, «li ha colti probabilmente mentre stavano scappando, visto che i corpi sono stati ritrovati nel percorso di fuga». Un tentativo disperato ma la deflagrazione, il fumo e il crollo non gli ha lasciato scampo. Sono così sei le vittime accertate dell'ennesima strage sul lavoro, hanno tra i 35 e i 73 anni. Vanno ad agigungersi a Pavel Petronel Tanase, nato in Romania e residente a Settimo Torinese, in provincia di Torino, di 45 anni; Vincenzo Franchina, 36 anni, di Sinagra, in provincia di Messina ma residente a Genova, e Mario Pisani nato a Taranto e residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto), 73 anni. Pisani era il titolare della Engineering automation srl, la ditta per cui lavoravano anche le altre due vittime. Il 73enne, era il titolare della ditta che fornisce «ingegneria di sistemi di controllo e supervisione per i settori della produzione di energia, dell'acciaio e dell'ambiente, compresi progetti chiavi in mano e logiche di comando, regolazione e supervisione».

All'appello manca ora Vincenzo Garzillo, 68 anni, di Napoli e dipendente della Lab Engineering. Garzillo era andato in pensione uno anno fa ed era diventato consulente di una società di ingegneria, la Lab Engineering di Chieti. «I miei colleghi sul lavoro sapevano cosa fare, erano andati a Suviana neanche per lavorare ma per effettuare una supervisione ad un lavoro che era già stato fatto, stavano controllando, non dovevano neanche trovarsi lì», ha raccontato Diego Ottonello, operaio genovese della stessa azienda che ha sede a Mele, in provincia di Genova, salvo solo perché in malattia.

A Suviana ha parlato ieri Fabrizio Curcio, capo dipartimento protezione Civile: «Lo scenario è molto complesso, è una di quelle situazioni che ha richiesto l’attivazione di tutti i livelli di protezione civile. È uno scenario insolito con l’esplosione e i solai compromessi e le macerie. Questo ha richiesto la necessità di attivare tutto il sistema ma è un momento di condivisione con tutte le strutture operative», ha dichiarato durante un punto stampa. La priorità, ha poi ribadito, resta la ricerca dei dispersi. «Non ci siamo fermati un attimo sia per quanto riguarda l’attività operativa ma anche per l’attività di manutenzione e studio. In questo senso l’azione che continueremo a fare senza fermarci sarà quella della ricerca dei dispersi», le parole di Curcio. «Un altro aspetto a cui stiamo lavorando è la tutela dell’ambiente, una parte dell’acqua è contaminata dagli oli presenti all’interno della centrale. La regione ha attivato tutta una serie di monitoraggi e di campionamenti che hanno bisogno dei tempi tecnici per avere le risposte. Questa è una attività che si sta facendo costantemente», ha spiegato Curcio.

A fargli eco il capo del corpo nazionale dei vigili del fuoco, Carlo Dall'Oppio: «sono impiegati circa un centinaio di uomini, un numero elevatissimo in un contesto come questo. Si tratta di un contesto con una visibilità inesistente con macerie e spezzoni di cavi. L'acqua è inoltre contaminata, non si può scaricare nel lago, quindi va portata via con autocisterne». «Il problema - ha spiegato il luogotenente carica speciale Duilio Lenzini, della sezione addestramento dei carabinieri subacquei di Genova - è l'inquinamento dell'acqua; infatti le attività di immersione vengono svolte con sistemi anti inquinamento alimentati dalla superficie» spiegando che «si scende in coppia e si lavora a 5, 7 e 10 metri di profondità». Presente anche l’ad di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, che ha cercato di dare le prime risposte sulle cause, precisando qualcosa sui presunti subappalti .

«Esprimo il mio più profondo cordoglio per tutte le vittime e le famiglie per questo evento tragico che ci ha sconvolto. - ha detto - Che cosa non ha funzionato? Stiamo lavorando con le autorità per accertarlo, adesso è presto per dirlo. Stiamo lavorando con i vigili del fuoco e la protezione civile proprio per accertare i fatti quanto prima, perché in questo evento il danno più importante è quello in termini di vita umane», ha detto l’ad di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, assicurando che «per fare questi lavori di aggiornamento tecnologico avevamo scelto tra le migliori ditte e società del settore elettrico e idroelettrico: Siemens, Abb e Voith». In pratica non ci sono subappalti.