Gazzetta di Reggio

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La denuncia

«Ho venduto materiale edile mai pagato Comune e Acer, ora voglio i miei soldi»

Nicolò Valli
«Ho venduto materiale edile mai pagato Comune e Acer, ora voglio i miei soldi»

Reggio Emilia: la protesta davanti al cantiere di via Doberdò dalla titolare della ditta Itco. «La ditta che ha vinto l’appalto ha problemi economici, perchè nessuno ha vigilato?»

16 aprile 2024
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Reggio Emilia «Non voglio buttarmi giù dal tetto né tanto meno bloccare il cantiere. La mia è una protesta pacifica, per fare un po’ di rumore affinché io possa rientrare in possesso dei soldi che mi spettano». Ha portato pazienza alcuni mesi, Debora Paterlini, poi ha detto basta: ieri mattina si è recata in via Doberdò, sede del cantiere Acer per la riqualificazione di alcune storiche palazzine di edilizia residenziale pubblica, per fare sentire la propria voce.

Una voce ferita perché lei, titolare insieme alla sorella della ditta Itco Srl, specializzata in materiale edile e attiva dal 1992, si sente derubata: «Questo cantiere – afferma – sta andando avanti con i materiali che abbiamo regolarmente venduto tramite fattura. Peccato che l’azienda vincitrice dell’appalto, la I.m.e. di Modena, non ci abbia ancora pagato da gennaio. Abbiamo più volte provato a contrattare i referenti dell’azienda e ci siamo rivolti al Comune e Acer, ma tutto tace»

Secondo il racconto dell’imprenditrice, il debito che l’azienda modenese ha è pari a 12mila euro, a cui vanno sommate le spese legali. Questo perché la Itco si è rivolta all’avvocato Paolo Pierdicca del Foro di Reggio, con l’obiettivo di fare valere le proprie ragioni. L’amarezza di Paterlini è più che altro una: «Il Comune a fine mandato si sta vantando di una serie di progetti portati a compimento o comunque in fase di realizzazione, ma perché nessuno, in sede di gara d’appalto, ha verificato lo stato di salute di una ditta che ha diversi problemi di natura economica? Noi è da agosto del 2023 che stiamo fornendo loro materiale.

La prima fattura è stata insoluta e siamo rientrati in possesso del guadagno solo dopo aver agito legalmente. Adesso, invece, stiamo aspettando da diverse settimane. Noi siamo una piccola azienda con appena 15 dipendenti, e non possiamo far finta di niente». Zitta, Debora Paterlini, non ci sta più: «Farmi spazio in questo settore, da donna, non è certo stato facile – prosegue amaramente – ma arrivati a questo punto non ho più niente da perdere. Chiediamo intanto a Comune e Acer di bloccare i fondi del Pnnr che sarebbero da destinare a I.m.e: sarebbe davvero una presa in giro vedere che chi non paga viene addirittura ricompensato». Ieri, in via Doberdò, erano presenti anche i carabinieri: «Hanno semplicemente controllato i documenti e attestato che, dietro regolare fattura emessa, io non posso ritornare in possesso del mio materiale. Noi siamo felici di contribuire alla realizzazione di progetti pubblici – conclude – ma bisogna che le cose vengano fatte nel modo giusto». l