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La Generazione Z e il mondo del lavoro: «Al tempo libero non rinunciamo»

Bariatou Bance*
La Generazione Z e il mondo del lavoro: «Al tempo libero non rinunciamo»

L’indagine di Zety conferma un nuovo approccio

16 aprile 2024
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La storia del lavoro in Italia è un racconto avvincente, intrecciato da desideri e prospettive delle diverse generazioni. Se da un lato ha rappresentato fonte di dignità e realizzazione personale, dall’altro ha generato tensioni e disuguaglianze sociali. Ogni epoca ha visto le generazioni affrontare il lavoro con speranza, ambizione e incertezza, modellando così la società italiana nel corso del tempo. Oggi, la Gen Z, che comprende i nati tra la metà degli anni ’90 e il 2010, sta riscrivendo le regole del mondo del lavoro.

Questi giovani stanno portando avanti una rivoluzione che va oltre il concetto tradizionale di lavoro, mettendo in discussione gli stereotipi e le abitudini del passato. La loro mentalità è focalizzata sul benessere personale e sulla ricerca di un senso di realizzazione, contrariamente alla semplice ricerca di profitto. Come riportato infatti da uno studio condotto nel 2023 da Zety, sito di consulenza professionale, gli iGen (sinonimo di GenZ) considerano il posto di lavoro come parte integrante della propria identità, ma non sono disposti a sacrificare la propria vita personale per esso.

Le loro priorità comprendono lo sviluppo personale, la sicurezza finanziaria, l'innovazione, l’impatto sociale e l’apprendimento continuo. I giovani lavoratori cercano flessibilità negli orari, assistenza sanitaria privata e opportunità di crescita personale, riflettendo così questi valori. Secondo questa indagine, condotta su oltre 1.100 persone, il 41% sarebbe disposto a lasciare l'attività di fronte a richieste di straordinari e ben il 75% rinuncerebbe all’impiego senza avere già un’alternativa pronta.

Inoltre, l’83% dei lavoratori della Gen Z si identifica come “job hoppers”, ossia persone che cambiano lavoro frequentemente. Questi dati mettono in luce una generazione che valuta il benessere e la soddisfazione lavorativa prima della sicurezza economica. Tuttavia lavorare con gli Zoomers, altro modo per riferirsi alla GenZ, non è sempre un’esperienza piacevole, come evidenziato dall’attrice Jodie Foster in un’intervista rilasciata al Guardian. «Lavorare coi centennials non è il massimo. Sono veramente irritanti, soprattutto al lavoro» ha dichiarato. Oppure: «Dicono cose tipo “Oggi non me la sento, arrivo un po' più tardi, alle 10.30. O mandano email piene di errori. Io glielo faccio notare e chiedo loro se le hanno rilette. E loro “E perché dovrei?”. È così limitante”».

Nei commenti si è accesa una discussione siccome le parole dell’attrice mettono in discussione l’etica dei giovani e le loro capacità. Di fronte a questa nuova realtà, le aziende stanno cercando di adeguarsi investendo in programmi di riqualificazione e mentoring per ridurre il divario di talenti tra le diverse generazioni. La promozione della diversità e dell’inclusione è diventata una priorità, poiché le aziende con un alto livello di diversità interna tendono a ottenere risultati migliori.

Nonostante i pregiudizi e le sfide, i membri della Generazione Z sono determinati a ridefinire il concetto di occupazione. Sono visionari e aspirano a trasformare il mercato del lavoro in meglio. Tuttavia, persiste una discrepanza tra le loro aspettative e la realtà del mondo del lavoro tradizionale. La pandemia ha accentuato queste problematiche, limitando le opportunità di svolgere lavori part-time e stage, che rappresentavano importanti tappe nella costruzione del curriculum dei giovani. Inoltre, l’eccessivo utilizzo dei social ha contribuito a creare una generazione iperconnessa, che combatte con ansia e malessere mentale. I Post-Millennials rappresentano sia una sfida che un’opportunità per le aziende, che dovranno adattarsi a una nuova cultura del lavoro, che mette al centro il benessere e la ricerca di un significato. Per rimanere competitive, le aziende devono adeguare le condizioni lavorative alle esigenze dei giovani lavoratori e accettare il cambiamento in un mondo che evolve costantemente.

*Studentessa del Motti