Ricattato dal “boss delle escort” che gli chiede 1.500 euro
Tramite messaggi gli contestava di aver molestato le “sue” ragazze sul sito di incontri: in realtà dietro c’era una 25enne ora denunciata
Castelnovo di Sotto E’ la tecnica del cosiddetto “Boss delle escort”. Così un sito online romano qualche anno fa aveva lanciato l’allarme sul metodo truffaldino per farsi consegnare denaro. Ora anche nel Reggiano si segnala un caso. Nel mirino ci sono uomini che navigano sul web alla ricerca di incontri hot. Sono loro che a un certo punto, via messaggio, ricevono vere e proprie minacce da parte di qualcuno che si spaccia come il “boss delle escort” o “il capo degli assassini” e talvolta millantando l'affiliazione a clan mafiosi.
Contatta le vittime tramite WhatsApp con lo scopo di estorcere loro del denaro. Così è accaduto nella Bassa dove un 25enne, dopo aver pagato 1.500 euro, alla seconda richiesta di danaro ha deciso di rivolgersi ai carabinieri della stazione di Castelnovo Sotto denunciando quanto gli stava accadendo.
I militari, al termine di una articolata e complessa attività investigativa, hanno identificato la presunta responsabile: una 25enne nel Napoletano. E’ stata denunciata per estorsione. I fatti risalgono allo scorso mese di marzo, quando il giovane si è presentato in caserma.
Visibilmente spaventato, ha denunciato di essere stato vittima di una estorsione da parte di un soggetto per sua stessa ammissione “poco raccomandabile”. Il ragazzo ha riferito, che pochi giorni prima, su Whatsapp ha ricevuto messaggi di minaccia, via via sempre più pesanti, nei quali veniva esortato a pagare per aver importunato ragazze su siti hot, a suo dire sue dipendenti. Le minacce, ripetute, hanno fatto presa sul ragazzo, che non sapendo come uscire da quella situazione, e spaventato da quello che gli era stato prospettato potesse accadergli in prima battuta pagava versando su un conto corrente bancario l’importo di 1.500 euro per poi alla seconda richiesta estorsiva si è rivolto ai carabinieri denunciando il fatto.
I militari hanno dato il via alle indagini, decodificando tutte le utenze che hanno contattato il ragazzo, risalendo all’intestataria del conto dove sono stati versati i soldi estorti alla vittima ed ottenendo importanti informazioni testimoniali, a sostegno della loro tesi investigativa. Tutti gli elementi acquisiti, analizzati e riscontrati, hanno portato all’identificazione della presunta autrice del reato che quindi è stata denunciata.